Nella vita come in politica non basta avere ragione. Anche perché gli altri non sono sempre disposti a riconoscerlo. Ma avere avuto almeno un po’ ragione conferisce dignità alle scelte compiute.

Nella vita come in politica non basta avere ragione. Anche perché gli altri non sono sempre disposti a riconoscerlo. Ma avere avuto almeno un po’ ragione conferisce dignità alle scelte compiute.
Quello che sta per nascere è esattamente quanto da alcuni di noi auspicato già all’indomani del 4 marzo 2018. Ora discontinuità con gli anni passati
All’elettore per sempre si è sostituito quello a tempo. Di qui la tendenza alla volatilità, al repentino salire e precipitare del consenso.
È urgente la proposta di una radicale riforma del sistema fiscale, coerente con la Costituzione e con le esigenze di un Paese che deve rilanciare equità e sviluppo. Non basterà per recuperare rapidamente credibilità, ma ne sarà il presupposto.
La questione oggi non è se si è dalla parte della Lega o del M5S, ma se si vuole costruire uno scenario armonico che permetta al Paese di andare avanti
Al netto della propaganda, non si può non considerare positivamente il fatto che il Governo in carica abbia deciso di investire circa il triplo di quanto investito dall’ultimo Governo per contrastare la povertà e l’esclusione sociale. Questo tuttavia non ha nulla a che vedere con un piano innovativo di moderne ed efficienti politiche attive per il lavoro, che infatti non c’è.
Sinistra è tensione, etica e politica, verso il superamento dei propri limiti. Con piena coscienza del fatto che ogni autosufficienza è una contraddizione in termini.
L’Italia può essere amata, visitata. Anzi, visitata a stento, visti i nostri patrimoni. Può essere compresa, pensata, adorata, un po’ odiata. Mai presa.
Se quelli delle magliette rosse sono i “lacchè di Napolitano”, prima o poi qualcuno dirà dei tuoi militanti che sono gli “scendiletto di Salvini”. Dunque, eviterei questo linguaggio. Siete al governo, avete il dovere delle risposte.