Il sovranismo italiano non ha retto la sfida vera, quella che si era proposto con l’Europa. Per nominare un commissario occorreva un’altra maggioranza

Il sovranismo italiano non ha retto la sfida vera, quella che si era proposto con l’Europa. Per nominare un commissario occorreva un’altra maggioranza
Nella vita come in politica non basta avere ragione. Anche perché gli altri non sono sempre disposti a riconoscerlo. Ma avere avuto almeno un po’ ragione conferisce dignità alle scelte compiute.
In questione non c’è un altro governo, ma un governo altro. Non solo l’esigenza di un’alternativa. Ma anche di una radicale discontinuità.
Quei due terribili giorni del 6 e del 9 agosto 1945, sui cieli di Hiroshima e Nagasaki, hanno agito come un presupposto, per quanto paradossale, di pace
Da un lato una disomogeneità tra le diverse aree geografiche che fa riemergere una storica asimmetria nord-sud; dall’altro un’insufficiente mobilità sociale
Nel momento triste della perdita, ricordo Luciano Vandelli in un suo piccolo divertissement di scrittore, un’idea dei suoi interessi e di come li coltivava
Il lavoro di Colasio somiglia a quello dell’archeologo. Alla ricerca di un tempo, però, non solo perduto. Quello dell’Ulivo delle origini.
Il segno lasciato da Aldo Moro è significativo proprio a favore di una disciplina che intendeva proporsi di avvicinare la scuola alla vita, alla sua dinamica sociale, tutelando il valore della convivenza, attraverso la Costituzione.
All’elettore per sempre si è sostituito quello a tempo. Di qui la tendenza alla volatilità, al repentino salire e precipitare del consenso.