Non ho mai considerato Renzi la malattia del Pd, ma l’ho sempre considerato il frutto, amaro, più maturo delle malattie del Pd.
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Non ho mai considerato Renzi la malattia del Pd, ma l’ho sempre considerato il frutto, amaro, più maturo delle malattie del Pd.
Le parole di Renzi svelano una mentalità di colpevolizzazione della povertà e della fatica vera di milioni di persone per sbarcare il lunario
Il bersaglio di Renzi e dei suoi mandanti è, più che Conte, la formula: ciò che si vuole distruggere è l’alleanza tra centrosinistra e M5S
La vera questione non è se ha vinto Renzi, ma se perde l’Italia. Al diavolo i giochetti di palazzo, è in ballo il futuro di questo Paese
Renzi non ha fatto tutto da solo, ha interpretato un sentimento che esiste in una parte rilevante dell’establishment di questo paese
Il gioco di Renzi va scoperto quanto prima. Va sfidato. Proprio sul terreno di gioco che lui ha scelto: il Parlamento. Una proposta.
Non sarebbe la prima volta che un pezzo dell’élite di questo paese consegna le chiavi all’uomo forte attraverso il lasciapassare dei cosiddetti liberali.
Si atteggia a scorpione ma in realtà non è altro che una zanzara. Punge, ma non uccide. La strategia di Renzi non esiste.
Sulla riforma Bonafede una strategia di disturbo continuo senza dare un solo contributo serio alla discussione, arrivando al paradosso di mantenerla in vita