Sono andato a trovare Aldo Tortorella per una conversazione sul centenario di Enrico Berlinguer, che cade il 25 maggio di quest’anno.
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Sono andato a trovare Aldo Tortorella per una conversazione sul centenario di Enrico Berlinguer, che cade il 25 maggio di quest’anno.
Un susseguirsi di soggettive che raccontano una tragedia che fu umana, familiare, politica e nazionale, e che nascono dal cuore del suo epicentro: Padova
La trasfigurazione di Craxi, in un senso o nell’altro, avviene con una deformazione che è conseguenza dello smarrimento delle categorie politiche
Mise sempre sopra tutto gli interessi collettivi, fu capace di imporre svolte ispirate dalla consapevolezza che le soluzioni o sono per tutti o non sono
Nel trentennale della Bolognina, l’urgenza della ricostruzione di una base democratica comune contro la radicalizzazione parolaia delle ultime stagioni
Questo il partito che a Bologna è finalmente nato: autonomo, con il suo portato di idee e ideali, ma teso alla costruzione con altri di una vera alternativa
Nell’intervista a Scalfari, per Berlinguer l’antidoto all’avanzata delle destre era un accordo tra le grandi forze sociali e politiche, l’assunzione di una “comune responsabilità” come la definisce lui stesso, nell’intento di fare argine e, soprattutto, porre le basi per una trasformazione del Paese.
Davvero Berlinguer ha ingannato la storia? O ha saputo interpretare il suo tempo, indicando ai comunisti italiani una dimensione autonoma e una prospettiva?
In una vecchia Tribuna elettorale del 1972, oggi su Youtube, Berlinguer non dice mai che vuole “vincere”, ma dare forza al partito. Dietro c’è una cultura, che è l’opposto di “andiamo a comandare”