Vedo piuttosto una squadra che comincia ad allungarsi in campo, a sfilacciarsi sulle ali, a parlarsi poco nello spogliatoio, ad arrancare nella costruzione del gioco collettivo.
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Vedo piuttosto una squadra che comincia ad allungarsi in campo, a sfilacciarsi sulle ali, a parlarsi poco nello spogliatoio, ad arrancare nella costruzione del gioco collettivo.
Non è sufficiente un restyling: se si vuole davvero aprire una nuova fase per la sinistra è necessario chiudere una stagione e aprirne un’altra
Una storia nuova si scrive non con le rimozioni, ma con le svolte. Quelle che incrociano le domande del presente e le proiettano nei conflitti che verranno.
Il centrosinistra, sospinto più dalle circostanze che da un progetto, è entrato in una fase nuova. Ma fuori c’è un popolo perplesso a cui così non parliamo
Per rispondere al treno AV che Renzi ha fatto partire in direzione “En Marche”, va da subito pensata, ma sul serio, una “Sinistra popolare”.
Dallo scontro-competizione tra Craxi e Berlinguer alla nascita e alla difficile adolescenza del Pd del Lingotto. Agli albori del renzismo, insomma.
Se si vuole davvero costruire un’alternativa alla destra che oggi ci governa non possono esserci timidezze nel dire se certe pratiche sono tollerabili o no
Nel trentennale della Bolognina, l’urgenza della ricostruzione di una base democratica comune contro la radicalizzazione parolaia delle ultime stagioni
Nessuno vuole entrare nel Pd. Altra cosa è una lista unitaria: dipenderà dalla natura della svolta e dal riconoscimento della nostra specificità.