Il campo progressista oggi è chiamato a un duplice compito, arginare e sconfiggere la destra più becera e mettere in terra i semi di una alternativa globale

Il campo progressista oggi è chiamato a un duplice compito, arginare e sconfiggere la destra più becera e mettere in terra i semi di una alternativa globale
È tempo di tirarsi su le maniche e non lasciare solo Mattarella a districarsi in un ginepraio indegno di una democrazia occidentale
Siamo a un bivio: allontanamento dall’Europa e involuzione, o ricostruzione di un campo aperto che si opponga al declino morale ed economico del Paese
Quante volte in Italia la sinistra vi ha chiesto il voto, senza chiedervi un’opinione, per non parlare di chiedervi un contributo, un’idea?
La battaglia non deve essere “contro l’autonomia”, ma contro chi vuole togliere ai popoli i propri diritti, le proprie sicurezze, la propria libertà.
Abbiamo sbagliato tante cose, ma c’è chi ha sbagliato sicuramente più forte. Ogni tanto, provare a ristabilire un punto di vista prossimo alla verità fa bene. Alla sinistra e al paese.
Seppur cogliendo aspetti reali – gli errori politici della scorsa legislatura e talune contraddizioni – Renzi continua in una narrazione in cui la globalizzazione pare non abbia pesantemente influito sul presente, permanendo in una bolla stile anni ’80 / ’90 che, mese dopo mese, diviene sempre meno comprensibile.
Mise sempre sopra tutto gli interessi collettivi, fu capace di imporre svolte ispirate dalla consapevolezza che le soluzioni o sono per tutti o non sono
All’elettore per sempre si è sostituito quello a tempo. Di qui la tendenza alla volatilità, al repentino salire e precipitare del consenso.