Gli “scissionisti” erano un sintomo, in senso lacaniano. Ma sono stati trasformati in colpevoli. Era necessario, per rimuovere la sconfitta ed evitare di risponderne

Gli “scissionisti” erano un sintomo, in senso lacaniano. Ma sono stati trasformati in colpevoli. Era necessario, per rimuovere la sconfitta ed evitare di risponderne
Venticinque anni dopo, sembvra ieri. La memoria di Falcone è viva, sebbene a volte sembriamo essere sempre allo stesso punto. Ma il movimento antimafia fa ancora camminare i suoi valori
Il direttore della Caritas di Roma, dopo il rogo delle tre sorelline rom, parla con il magazine di Articolo 1 delle periferie romane e italiane, di papa Francesco e della crisi della politica. Ricordando don Di Liegro
la proposta della ministra Pinotti sul servizio civile obbligatorio sembra dettata più dall’impossibilità di giustificare l’esorbitante disoccupazione giovanile che da un effettivo intento costruttivo
Quella contro le donne è una guerra che nessuno dichiara. Le cancella come persone. Anche con slogan come “casa, lavoro, mamma”
L’Europa ha sopperito al vulnus legislativo dell’Italia che, lungi dal formalizzare il reato di tortura, ha permesso ai carnefici fulgide carriere. L’impunità del carnefice determina uno stato di paralisi della parola della vittima, creando una situazione di afflizione nella quale la violenza si ripete all’infinito, senza mai liberare chi ne è stato oggetto
Noi giovani, come sai, siamo erroneamente ritenuti apatici e disinteressati alla politica: erroneamente, perché il 4 dicembre, il 25 aprile, i referendum sono appuntamenti che ci appassionano. Tu hai votato Cinque stelle, io ho votato Pd. Abbiamo avuto torto entrambi. Ora ti chiedo: segui Articolo 1, anche per criticarlo
Obama a Milano cena con Renzi, Todini e Della Valle, parla (pagato profumatamente) di cibo e sostenibilità e dice che i giovani batteranno i populsimi. Ma non è più il presidente americano. Che spreco.
Uso di antidepressivi in aumento, suicidi e omicidi improvvisi. Perché perdere il lavoro, oggi, si tramuta sempre di più in una inappellabile sentenza di fine corsa? Il lavoro è anche una terapia, e un’identità