La politica non può girarsi ancora una volta dall’altra parte davanti a chi preme per alleviare la prepotenza del dolore.
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La politica non può girarsi ancora una volta dall’altra parte davanti a chi preme per alleviare la prepotenza del dolore.
Il centrosinistra, sospinto più dalle circostanze che da un progetto, è entrato in una fase nuova. Ma fuori c’è un popolo perplesso a cui così non parliamo
Si apre un orizzonte dove mettere tutto l’impegno per la costruzione di qualcosa di veramente nuovo da far crescere con i tempi giusti
Per rispondere al treno AV che Renzi ha fatto partire in direzione “En Marche”, va da subito pensata, ma sul serio, una “Sinistra popolare”.
“Rientrate nel Pd?”, spesso senza nemmeno l’interrogativo. Lo scrivono i giornali, lo prevede la Boschi, me lo chiedono per strada. Direi proprio di no.
È giusto cominciare a rompere, dal basso, il muro d’incomunicabilità tra gli elettori di sinistra e quelli del Movimento Cinquestelle.
Dallo scontro-competizione tra Craxi e Berlinguer alla nascita e alla difficile adolescenza del Pd del Lingotto. Agli albori del renzismo, insomma.
Dunque Renzi se va dal Pd, il dado è tratto e la necessaria scomposizione e ricomposizione del quadro politico ha un suo inizio
Poco possono interessarci i giochetti di gruppo, i posizionamenti a favore di telecamera. È il tempo di respingere qualsiasi tentativo di ricatto