Troverete in noi una opposizione ferma e intransigente nella difesa dei valori costituzionali e di civiltà giuridica e aperti al dialogo e al confronto per combattere le diseguaglianze

Troverete in noi una opposizione ferma e intransigente nella difesa dei valori costituzionali e di civiltà giuridica e aperti al dialogo e al confronto per combattere le diseguaglianze
Sabato Liberi e Uguali dovrebbe finalmente vedere la luce, dando forma e corpo a un partito di sinistra che sappia raccogliere le prossime inevitabili sfide. Con chi allearsi, a chi guardare? Io credo che la sola posizione possibile, almeno oggi, sia da soli, a sinistra.
Nell’attesa dell’assemblea del 12 maggio, Napoli e Berlino sono stati solo due fra innumerevoli e sconosciuti sforzi, con cui la base ha (informata la dirigenza e con il suo incoraggiamento) lavorato nella direzione di dare alla sinistra italiana una casa.
Una comunità politica, come ogni altra forma di comunità, si costruisce come koinonia (comunanza) che nasce dalla kenosis (abbassamento). Se la dirigenza saprà chinarsi di fronte ai sacrifici dei militanti, e aiutarli a costruire un percorso di discussione su come gestire i cocci di LeU, avremo fatto un piccolo passo.
Appello a Pietro Grasso del Movimento Giovanile della Sinistra, riunito a Roma il 15 aprile: dare risposta alle promesse finora fatte, aprendo la fase costituente e congressuale di Liberi e Uguali con l’impegno, cui non è più possibile sottrarci, di dare la sovranità al nostro popolo
Non ci sono vincitori delle elezioni, nel senso di una conseguenza diretta, di tipo maggioritario, sul governo. Ci sono forze che hanno avuto più voti. Ovviamente con un chiarimento decisivo. Chi, ai sensi del Rosatellum, si è presentato come “capo” di una lista, non può far valere automatismi per la guida del governo.
Abbiamo ereditato semi preziosi. Non gettiamoli via recriminando che volevamo ricevere poderi già arati. Non scanniamoci (come i lavoratori nel campo nella parabola evangelica) su chi ha iniziato prima ad arare la terra. Guardiamo alla missione che la storia ci affida
In televisione, durante la campagna elettorale, siamo stati pessimi. Sui social non è andata meglio. Ogni candidato andava per sé. E soprattutto non abbiamo rivendicato a sufficienza le cose su cui avevamo e abbiamo indiscutibilmente ragione.
Basta giocare al processo del lunedì, basta commentare i titoli dei giornali e l’adeguatezza di questo o di quello. Adesso è ora di fare diversamente, di dare un contributo vero a consolidare e possibilmente allargare il consenso, è ora di darsi meccanismi organizzativi che consentano tre cose.