“Corre per partecipare, non per vincere”, diceva Renzi di Corbyn. “È la sinistra che si fa del male”, titolava affranta l’Unità sull’ineffabile Andrea Romano

“Corre per partecipare, non per vincere”, diceva Renzi di Corbyn. “È la sinistra che si fa del male”, titolava affranta l’Unità sull’ineffabile Andrea Romano
Fino a quale abuso, fino a quale piccola turbata varrà la giustificazione del quattro dicembre? Se Renzi vuole andare con Berlusconi lo dica
“Processo al Nuovo”, il libro di Marco Damilano (Laterza): la retorica di una promessa eternamente mancata, da Craxi a De Mita a Renzi. E ai grillini
Alfano vuole espellere dalla tv pubblica un “corpo estraneo” come Gazebo, che fa ridere e fa pensare. Perché la Rai non difende la trasmissione?
Ventinove anni fa, il 18 maggio 1988, ci lasciava Enzo Tortora, vittima del giustizialismo becero, della superficialità e dell’ignoranza della folla, dell’arroganza di alcuni magistrati, della connivenza di tanti giornalisti.
La violenza sessuale se commessa da un immigrato è “ancora più inaccettabile”? Un’idea abominevole quella della Serracchiani
Ramazza in mano e maglietta gialla, il Pd di Renzi si prepara a una maldestra prova di demagogia populista. Ma da che pulpito, dopo la defenestrazione di Marino?