Cara Debora, se ti sentisse la Serracchiani

| Lo Spuntino

Quindi, secondo la presidente del Friuli Venezia-Giulia, la renzianissima Debora Serracchiani, la violenza sessuale è inaccettabile, ma se la commette un immigrato è “ancora più inaccettabile”. Difficile trovare una sciocchezza più grande, fra quelle pronunciate dalla Serracchiani negli ultimi tempi. Difficile trovare un concetto più ripugnante e al contempo pericoloso, persino andando a scavare nel vasto repertorio di esperti provocatori professionisti, come ad esempio Matteo Salvini, o Nigel Farage, o Viktor Orban.

Si direbbe che ormai l’ansia di inseguire i voti di destra dicendo cose ancora più di destra sia andata fuori controllo. Sembrerebbe che la frenesia di scavalcare i populisti abbia rotto gli argini e abbia trascinato con sé persone che, fino a qualche tempo fa, i più ritenevano in grado di individuare senza eccessive difficoltà i limiti del buon senso e del decoro intellettuale.

Il ragionamento della Serracchiani non è solo abominevole da un punto di vista della cultura di sinistra, anzi: della cultura intesa come capacità di una comunità di vivere con rispetto e dignità. Ma è profondamente illogico. Come può una cosa essere “inaccettabile” se commessa da qualcuno e “ancora più inaccettabile” se commessa da qualcun altro? Per definizione, non esistono gradi di inaccettabilità, se qualcosa è inaccettabile lo è e basta, altrimenti l’inaccettabile diventa meno inaccettabile e alla fine lo si accetta.

Cosa vogliamo fare: chiedere il passaporto allo stupratore prima di giudicarlo? Vogliamo dire che la violenza da parte di un connazionale è brutta, ma se la commette uno straniero è peggiore? Vogliamo dire che se ti stupra un italiano, in fondo, non è poi così grave, magari ci si mette d’accordo, le famiglie si parlano e una soluzione si trova? Da lì a dire che l’italiano, in fondo, vuole solo divertirsi, il passo è breve. Da lì a dire che uno straniero non deve permettersi di “toccare le nostre donne” è un attimo.

Nel 2009, Debora Serracchiani fece un notevole discorso all’Assemblea dei Circoli del Pd. Venne giustamente notata dall’allora segretario Dario Franceschini e portata al vertice del Partito Democratico. Da allora, non si ricordano altri interventi memorabili. In compenso, si ricordano alcune gaffe e una grande abilità nel saltare da un carro all’altro. Se ci fosse ancora la Serracchiani del 2009 a quella di oggi, probabilmente, ne direbbe quattro.

Poldo

Poldo crede nei piccoli spunti. E negli spuntini.