Il falso alibi del quattro dicembre: un giochino miserabile

| Lo Spuntino

Fino a quale abuso, fino a quale piccola furbata varrà la giustificazione del 4 dicembre? Negli ultimi tempi, coloro che hanno perso il referendum e tuttavia ancora detengono il potere in Italia continuano a propinarci la giustificazione che, siccome il 4 dicembre la riforma costituzionle renziana è stata bocciata, adesso possono fare come gli pare. Si cercano di inserire nella riforma elettorale elementi inaccettabili e forse persino incostituzionali? Si va verso un accordo di governo con Silvio Berlusconi? Tutto normale, tutto lecito. E che nessuno osi lamentarsi: il 4 dicembre ha vinto il No, quindi che cosa vi aspettavate?

Ora, questo giochino miserabile ha davvero stufato. Il 4 dicembre non si è votato per introdurre una legge elettorale proporzionale, anzi, semmai per respingerla, visto che l’Italicum, che a quella riforma era legato, era proprio una legge proporzionale. Men che meno il 4 dicembre si è scelto di attribuire alle segreterie dei partiti invece che agli elettori la scelta dei parlamentari. Il 4 dicembre si è votato per difendere la Costituzione repubblicana da uno stravolgimento che ne avrebbe alterato gli equilibri. Si è scelto di non cambiare in peggio, non si è firmato un lasciapassare a Renzi per consentirgli di cancellare la storia del centrosinistra.

Ancora più pretestuoso è cercare di giustificare con l’esito del referendum il progetto di fare un governo con Silvio Berlusconi nella prossima legislatura. Pretestuoso e inaccettabile. Se punta ad un accordo con Berlusconi, il segretario del Pd lo dica e se ne assuma la responsabilità, non scarichi la colpa su altri. E ricordi che il centrosinistra esiste, checché ne dica Orfini, perché esistono gli elettori di centrosinistra. E ricordi che gli elettori di centrosinistra sono ancora la maggioranza degli elettori del Pd. E sappia che se per un elettore di centrosinistra l’alleanza elettorale di governo con Berlusconi era inaccettabile prima del 4 dicembre, lo è ugualmente oggi.

Poldo

Poldo crede nei piccoli spunti. E negli spuntini.