Amava ripetere: “Noi non dobbiamo fare dei piagnistei sugli amarcord, ma parlare al presente, perché oggi è al presente che si resiste”.
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Amava ripetere: “Noi non dobbiamo fare dei piagnistei sugli amarcord, ma parlare al presente, perché oggi è al presente che si resiste”.
Ventinove anni fa, il 18 maggio 1988, ci lasciava Enzo Tortora, vittima del giustizialismo becero, della superficialità e dell’ignoranza della folla, dell’arroganza di alcuni magistrati, della connivenza di tanti giornalisti.