Contrordine Pd: questo Corbyn non è più “una sciagura”

| Lo Spuntino

“Corre per partecipare, non per vincere”, diceva Matteo Renzi a proposito di Jeremy Corbyn nel settembre 2015. “Corbyn e la sinistra che si fa del male”, titolava affranta l’Unità sopra un pezzo dell’ineffabile Andrea Romano in quegli stessi giorni. “Labour, primarie a Jeremy Corbyn. Il Pd: è una sciagura”, riassumeva l’Espresso. “I Labour con Corbyn preferiscono al progressismo la difesa a oltranza di identità del passato. È la nuova sinistra?”, twittava malinconica la deputata ultrarenziana Anna Ascani. Non c’era niente da fare, il fatto che uno di sinistra avesse preso la guida dei laburisti, dopo i disastri dei fratelli fighetti Miliband, non andava giù all’establishment renziano del Nazareno.

A rileggerli oggi, quei commenti del 2015, fanno sorridere. Renzi, allora premier, si affacciò addirittura alla direzione del Pd sentenziando baldanzoso: “I laburisti sono rimasti i soli a goderci nel perdere, come i Washington Generals, la squadra di basket nota solo come sparring partner degli Harlem Globe Trotters”. Dell’affermazione di Corbyn, dichiarava sicuro Renzi, “penso che David Cameron sia il più felice di tutti”, spiegando: “Si tratta di capire se vuoi andare alle elezioni per vincere o per partecipare”.

Ma è l’articolo di Andrea Romano sull’Unità che, riletto oggi, suscita più tenerezza. Secondo Romano, il governo Cameron, nel settembre 2015, era “destinato a durare per i prossimi cinque anni”. S’è visto. L’affermazione di Corbyn fra i laburisti, argomentava il politologo, “si spiega anche con la certezza che i laburisti non dovranno battersi per il governo almeno fino al 2020”. Certo. Quindi in queste ore si stanno solo allenando, si direbbe. “Nessun vincolo elettorale all’orizzonte – decretava Romano – nessuna necessità di convincere i britannici che le politiche del Labour siano più efficaci di quelle dei conservatori, nessun rischio che la destra venga sfidata e sconfitta”. Quindi, un partito destinato “a coltivare in solitudine le fantasiose ricette di Corbyn” per i prossimi decenni.

Poi, capita che il primo ministro britannico sciolga in anticipo la Camera dei Comuni e che il vecchio Corbyn, partito in svantaggio di venti punti, si dimostri capace di uno straordinario recupero. Capita che quelle politiche che il Labour non avrebbe mai dovuto sostenere in campagna elettorale vengano sostenute e anche condivise da un numero di elettori molto superiore a quello dei predecessori blairiani. Capita, all’improvviso, che quello che doveva solo partecipare dà una batosta tremenda ai conservatori e dimostra che le sue idee di sinistra, proposte da un partito di sinistra, forse non erano poi così fuori posto.

Poldo

Poldo crede nei piccoli spunti. E negli spuntini.