Il lavoro è il nostro orizzonte valoriale, la nostra scelta di campo. Il Primo maggio ce lo ricorda. Una festa e un impegno, da rinnovare ogni giorno. Il lavoro come autonomia. Come emancipazione. Come riscatto. Come dignità.

Il lavoro è il nostro orizzonte valoriale, la nostra scelta di campo. Il Primo maggio ce lo ricorda. Una festa e un impegno, da rinnovare ogni giorno. Il lavoro come autonomia. Come emancipazione. Come riscatto. Come dignità.
I principali (e pretesamente più autorevoli) critici del processo alla Trattativa che abbiamo ascoltato in Commissione d’inchiesta sulle mafie avevano argomenti di modestissima consistenza.
Da un lato, la documentazione precisa dei fatti. Dall’altro, la convinzione che chi ha avuto ragione, proprio perché ha avuto ragione, non deve smettere di rinnovare la responsabilità della memoria. Qualcosa che comporta non solo celebrazioni ufficiali, ma una festa di popolo.
Se tutto fosse successo pochi anni prima, tutti i protagonisti avrebbero avuto nazionalità diverse. E invece per qualche giorno erano tutti Italiani.
La mafia è basata sulla rendita della violenza. Ci ha tolto opportunità e ci ha messo le mani in tasca. A causa di gente come Riina siamo più poveri.
Quando in Sicilia le foto diventano simboli di comunicazione sono anche altrettanti racconti di un territorio da conquistare alla legalità, di uno spazio che minaccia oppure abbraccia.
Dopo la conferenza su Roma di Articolo 1, una riflessione storica sulla vocazione della città e su come far ripartire il meccanismo inceppato
Sarebbe illusorio attribuire la significativa adesione ai referendum regionali in funzione di insopprimibili istanze autonomiste: essa è stata prioritariamente una forma, che deve far riflettere, di manifestazione di scontento delle classi medie e dei ceti lavoratori, a cui va data una risposta politica convincente.
Il referendum indetto per domenica 22 ottobre in Lombardia e in Veneto è stato presentato al pubblico come un voto a favore dell’autonomia regionale, ma altro non è che un sondaggio destinato a rilevare l’umore della popolazione, probabilmente in modo parziale, senza prospettare alcun esito politico concreto.