Il rapporto con la società in trasformazione è la vera chiave di volta di ogni possibile progetto di cambiamento per una sinistra non subalterna

Il rapporto con la società in trasformazione è la vera chiave di volta di ogni possibile progetto di cambiamento per una sinistra non subalterna
La tentazione di rallentare per intervenire nei processi in corso nel Pd è del tutto illusoria e non è una prospettiva politica credibile e appetibile
Le regole della comunicazione-politica impongono di intraprendere la lotta egemonica sui media, nelle istituzioni e sui social, novelle casematte gramsciane
Il centrosinistra di governo ha subito sconfitte di cui sembra non capire il motivo. Ma guardando alla vita quotidiana della gente, il perché è chiaro.
Elaborare una nuova identità è un passaggio obbligato per recuperare fiducia e consensi perduti e soprattutto superare la frattura prodotta dal renzismo.
Questioni che non possono cedere il passo al prossimo tweet o alla prossima agenzia. Identità. Cultura politica. Non c’è bellezza nelle rovine.
Se la sinistra vuole ripartire, cerchi altre strade, prima di tutto, di lettura della società: contrasto alle diseguaglianze, la questione democratica insieme alla questione sociale. Servono legami sociali, valori e progetti. Se no, c’è l’angolo della testimonianza minoritaria.
Analisi dei risultati delle amministrative: ai ballottaggi fermare dove è possibile la marea nera che sta salendo, combattendo la saldatura di blocco grillino e leghista. Poi però dovrà partire un processo di rigenerazione.
Lanciando la narrazione dell’#altracosa, Renzi non fa che confermare la linea di considerare – opinabilmente – Lega e 5Stelle come “i due vincitori”; ma anche di spingerli a governare insieme, e – novità di ieri – addirittura a farlo stabilmente, superando la logica contrattuale che ha dato vita al governo Conte.