Guerra: se evadi ti premio, ma se lo fai per avere il RdC ti mando in galera

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Maria Cecilia Guerra, Huffington Post

Qual è la ragione per cui ci si dovrebbe accanire, con pene specifiche e più elevate, su chi imbroglia per ottenere il Reddito di cittadinanza rispetto a chi imbroglia per ottenere una qualsiasi altra prestazione pubblica? Perché l’evasione fiscale di chi poi chiede il Reddito di cittadinanza deve essere perseguita penalmente, mentre non lo è quella, spesso più rilevante dal punto di vista quantitativo, di chi evade costantemente le tasse in spregio all’intera collettività? Il cosiddetto saldo e stralcio, lungi dal metterle in galera, permetterà a persone che hanno barato sulla dichiarazione dei redditi (scovate dall’amministrazione finanziaria, poste in riscossione coattiva e che non hanno lo stesso pagato) di saldare con sconto le imposte dovute e non versate. E si può trattare di persone con un Isee ben superiore (più del doppio) a quello richiesto per accedere al Reddito di cittadinanza.

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Guerra: reddito alle imprese, meno soldi ai poveri. I pasticci del governo sul Rdc

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Maria Cecilia Guerra, Il Fatto quotidiano

Le bozze di questi giorni, ancora in via di elaborazione, ci spiegano come con questa unica misura si intendano perseguire contemporaneamente tre finalità: contrasto alla povertà, inserimento lavorativo, sussidio per l’affitto. Si tratta di finalità meritevoli, cui vengono destinate risorse, e questo è positivo. Non va però neppure trascurata la difficoltà di tenere insieme le dichiarazioni improvvide lanciate durante e dopo la campagna elettorale con i tempi, i costi e le modalità dell’attuazione concreta. Ne emerge un quadro incerto, in cui le finalità sociali, di contrasto alla povertà e di sostegno alle famiglie con elevati costi dell’abitare, rischiano di essere meno tutelate rispetto all’incentivo garantito all’impresa che assume un beneficiario del Rdc. Una scelta di priorità che, dato il vincolo complessivo delle risorse, appare discutibile.

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Scotto: migranti, De Luca insegue la destra, noi con Rossi, le regioni e i sindaci

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Arturo Scotto, Repubblica Napoli

Scegliere da che parte stare di fronte alla mostruosità giuridica del decreto sicurezza non è un fatto secondario. Se la sinistra insegue la destra su questi temi, la gente vota comunque la destra. La disputa non può essere liquidata come una mera questione ideologica. In gioco ci sono sicuramente i valori fondanti della nostra democrazia, ma anche effetti pratici sul terreno amministrativo e delle competenze governative che cambiano la Costituzione materiale del Paese. Sono i sindaci che hanno una competenza diretta sul territorio per quel che riguarda l’iscrizione all’anagrafe comunale e la garanzia dei livelli minimi di assistenza. Sono le regioni che, con la modifica dell’articolo 117 della Costituzione nel 2001 devono assicurare a tutti i cittadini residenti le politiche dello stato sociale, dalla sanità alla formazione, fino all’istruzione.

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Rossi: il decreto sicurezza è pura propaganda. Perché ricorriamo alla Consulta

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Alessandro Di Matteo, La Stampa

Questa legge ostacola il nostro lavoro: erogare assistenza sociale. Invade una materia che la Costituzione ci affida. Per questo oggi deliberiamo in giunta il ricorso. Rischiamo di trovare in giro decine di migliaia di giovani disperati, altro che maggiore sicurezza. Il successo di Salvini nasce da timidezza e arretramento culturale della sinistra: si è creata una prateria e questi l’hanno percorsa. Lo sfido a discutere in pubblico: vediamo cosa ho fatto io per i poveri e cosa ha fatto lui. Posso assicurare che la Toscana sui problemi del lavoro, dell’uguaglianza, del sostegno a chi ha bisogno ha fatto tanto.

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Documenti: la dichiarazione di voto di Fornaro sulla fiducia alla Manovra 2019

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Una manovra furba, iniqua e inefficace, a cui convintamente voteremo contro; passeremo dicendo “no”, ma tenendo alta in mano la Costituzione italiana

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Scotto: la sfida immediata per la sinistra: rompere il blocco dei populismi

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Arturo Scotto, Strisciarossa.it

Non siamo interessati a inseguire fantasmi. La nostra preoccupazione riguarda la democrazia italiana, dove rischia di cristallizzarsi una dialettica esclusiva tra Lega e Cinque Stelle, con la sinistra fuori dai giochi per molti anni. Le diverse forme di vita oggi a sinistra – radicale e riformista, moderata e massimalista – sono largamente insufficienti. Serve molto di più di quello che c’è. Innanzitutto una svolta rispetto alle politiche di questi anni. Renzi non perde perché è maleducato. Lettura riduttiva e consolatoria. Viene sconfitto perché le diseguaglianze crescono anche negli anni in cui al Governo c’era il Pd. Non basta dire dovevamo ascoltare di più. Il problema non è auricolare, ma sensoriale. Aver smantellato tutte le casematte, elogiando la disintermediazione, ha disarmato tutti. 

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Speranza: Pd e 5 Stelle esploderanno: poi si rifarà la sinistra

| Politica e Primo piano
Tommaso Rodano, Il Fatto quotidiano

Evitiamo di partire dai vertici, dai leader o dalle sigle: bisogna ricostruire tutto. Abbiamo smesso di difendere la nostra gente. Io sono socialista e voglio costruire una sinistra larga con tutti quelli che condividono questa necessità. Per costruire un’altrnativa bisogna scomporre i blocchi politici che ci sono oggi. Nel M5S ci sono spinte molto diverse tra loro, penso che la faglia destra/sinistra sia destinata a venire fuori.

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Errani: una manovra senza popolo, che ferisce la sovranità popolare del parlamento

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Vasco Errani, Huffington post

Questa manovra non è stata scritta dal popolo e non è per il popolo, questa manovra recessiva è stata assemblata nelle stanze di una maggioranza preoccupata di una sola cosa: la propria campagna elettorale. Altro che prima l’Italia e gli Italiani. C’è una torsione della democrazia come ha dimostrato la vicenda dall’approvazione senza discussione di questa legge di bilancio e temo che non sia un incidente di percorso. No, c’è una idea, una insofferenza e un’intolleranza per gli enti indipendenti. Quando c’è un attacco sistematico all’autonomia della magistratura, alla stampa, vuol dire che si stanno mettendo sulla scia di Orban, Erdogan e Putin. È questa l’idea della democrazia diretta? Un rapporto tra capo e popolo senza corpi intermedi, senza Parlamento, senza una dialettica fra maggioranza e opposizione? Sia chiaro: senza i bilanciamenti, la democrazia davvero rischia di morire.

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Rossi: l’autonomia differenziata un attacco alla democrazia

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Leonardo Petrocelli, La Gazzetta del Mezzogiorno

L’iniziativa di Veneto e Lombardia rischia di danneggiare i territori più poveri. Io governo la Toscana e mi occupo prioritariamente della costa, perché se quest’ultima corresse come il centro, la regione volerebbe. Lo stesso ragionamento può applicarsi al livello nazionale. Temo che il contratto di governo prefiguri uno scambio: assistenzialismo al sud e strumenti per correre al nord. La sinistra non insegua la Lega e riporti al centro la questione meridionale.

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