Scotto: migranti, De Luca insegue la destra, noi con Rossi, le regioni e i sindaci

Politica e Primo piano

Intervento su Repubblica edizione Napoli

di Arturo Scotto

Da giorni sulla stampa nazionale e locale infuria la polemica tra il ministro degli interni Matteo Salvini e sindaci e governatori sugli effetti del decreto Sicurezza. La disputa non può essere liquidata come una mera questione ideologica. In gioco ci sono sicuramente i valori fondanti della nostra democrazia, ma anche effetti pratici sul terreno amministrativo e delle competenze governative che cambiano la Costituzione materiale del Paese. Sono i sindaci che hanno una competenza diretta sul territorio per quel che riguarda l’iscrizione all’anagrafe comunale e la garanzia dei livelli minimi di assistenza. Sono le regioni che, con la modifica dell’articolo 117 della Costituzione nel 2001 devono assicurare a tutti i cittadini residenti le politiche dello stato sociale, dalla sanità alla formazione, fino all’istruzione.

Un pezzo di welfare universalistico – piaccia o meno – oggi risiede anche nella legislazione regionale e questa materia non può essere cambiata scavalcando completamente la volontà di questi enti. Per questa ragione, il governatore della Toscana Enrico Rossi, insieme ai presidenti dell’Emilia Romagna. dell’Umbria e del Piemonte, ha deciso di impugnare la legge 113 (Dl Sicurezza) e di procedere con un ricorso alla Corte costituzionale.

L’abolizione della protezione umanitaria per i richiedenti asilo risulta un unicum in Europa, che ci mette fuori dal circuito dei paesi democratici europei e fuori dal dettato delle convenzioni internazionali. Salvo l’Ungheria, nessun paese sceglie di negare direttamente l’accesso alle cure e all’assistenza a chi scappa dalla guerra o da regimi dittatoriali. La scelta di alcuni sindaci, da Napoli a Palermo, da Firenze a Reggio Calabria, non è solo coraggiosa sul piano politico, ma è animata anche da una preoccupazione molto seria sul terreno della sicurezza. Esattamente quella tanto decantata dal ministro Salvini: si calcola che saranno oltre centomila i cittadini che, cancellati dalle anagrafi comunali, potrebbero finire impigliati nelle maglie dell’illegalità.

Va aggiunto che il superamento del modello Sprar, che incentiva l’accoglienza diffusa, e la scelta di investire ancora una volta in mega strutture dove vengono stipati i migranti alimenterà ancora di più le tensioni sociali  nelle periferie urbane, oltre che un circuito di corruttela. Si tratta dunque di un intervento discriminatorio, che lede alcuni diritti fondamentali della persona umana e che si pone chiaramente in contrapposizione con la prima parte della nostra Costituzione, in particolare gli articoli 2, 3 e 10.

Scegliere da che parte stare di fronte a questa mostruosità giuridica non è un fatto secondario. Non si può fare finta di niente. Innanzitutto per chi amministra con maggioranze elettorali democratiche e progressiste. Stupisce che la Regione Campania non abbia scelto di unirsi alle amministrazioni regionali che ricorrono alla Consulta, provando a incidere per cambiare il decreto. Il ricorso, ha detto, sarebbe un favore alla Lega. Non sembra una motivazione plausibile. De Luca non teme le ricadute negative sul terreno sociale e dell’ordine pubblico di questa legge? Non sono temi che gli sono cari? Se la sinistra insegue la destra su questi temi, la gente vota comunque la destra.