Speranza: Pd e 5 Stelle esploderanno: poi si rifarà la sinistra

Politica e Primo piano

Intervista a Il Fatto quotidiano

di Tommaso Rodano

Roberto Speranza, ecco che si riparla di congressi e liste unitarie. Cosa si muove a sinistra?

Evitiamo di partire dai vertici, dai leader o dalle sigle: bisogna ricostruire tutto. Abbiamo smesso di difendere la nostra gente, di ascoltarne il bisogno di protezione. Abbiamo smesso di criticare il mercato. Bisogna ricostruire un pensiero. Altrimenti si va dietro alle battute di questo o quel leader: è folklore puro.

Soprattutto alle battute di D’Alema. Col massimo rispetto, possibile che a rifare la sinistra siano Bersani, D’Alema o Cuperlo?

Anche chi ha avuto ruoli di vertice in quest’ultimo e penultimo ciclo della sinistra è consapevole che ora tocca a un’altra generazione. Ma senza un pensiero innovativo, radicale, non si fa strada.

Speranza rottama?

Non è una questione di figurine. La stupidità della rottamazione è nell’idea di cacciare le persone conservando il peggio del pensiero politico.

Parla di pensiero nuovo ma cita il socialismo.

Io penso che sia la parola del futuro, non del passato. Socialismo significa lotta contro le diseguaglianze, lavoro, un nuovo ruolo dello Stato. Meglio ancora eco-socialismo: economia circolare, sostenibilità ambientale.

Avete lanciato “Ricostruzione”, una nuova forza rossoverde.

Si è parlato tanto del convegno di Italianieuropei con D’Alema, Bersani, Cuperlo e gli altri e poco della nostra assemblea che è stata bellissima, con tanti volti nuovi e molte energie in movimento.

In movimento verso il Pd post-renziano?

Premessa: il nemico è la destra. Non è il Pd, né i 5Stelle.

Però?

Penso che il Pd sia superato. Figlio di una stagione che non c’è più: quella del bipolarismo. E quella in cui la sinistra era subalterna al capitalismo. Il Pd ha esaurito la sua funzione storica.

E quindi che succede?

Nel Pd convivono due anime. Ce n’è una liberaldemocratica alla Macron, o alla Ciudadanos. Penso sia legittimo invece che faccia il suo percorso.

Sta dicendo che Renzi se ne deve andare?

Sto dicendo che penso sia naturale che le due anime del Pd dividano le proprie strade. Io sono socialista e voglio costruire una sinistra larga con tutti quelli che condividono questo pensiero. Per costruie un’alternativa bisogna scomporre i blocchi politici che ci sono oggi.

L’altro blocco è il M5S.

Nel movimento ci sono spinte molto diverse tra loro. Penso che la faglia destra/sinistra sia destinata a venire fuori. Dobbiamo sfidarli e far emergere questa dinamica. E’ stato un errore clamoroso, gravissimo aver favorito la saldatura tra Lega e M5s; il Pd li ha messi al servizio di Salvini.

Il dibattito del congresso Pd pare tutto qui: M5S sì o no.  

Da Martina e Zingaretti mi aspetterei un po’ di coraggio. Se la linea sui Cinque Stelle è la stessa di Renzi, tanto valeva rimanesse lui. E’ chiaro che il M5Sè sempre più compromesso dal rapporto con la Lega: parlavano di onestà e fanno i condoni, votano contro l’articolo 18, cambiano idea pure sugli F-35. Ma là c’è tanta della nostra gente.

Ora riconosce che è stato un errore andare via dal Pd?

In quel partito non c’erano più le condizioni per difendere le proprie idee.

Oggi lo rifarebbe?

Mi sono dimesso da capogruppo, ho rinunciato a poltrone. Rivendico tutto.

LeU è stata un disastro.

E’ stata un cartello elettorale. Non si può più immaginare che i leader e le liste siano scelti con patti tra apparati invece che per legittimazione popolare. Non deve più succedere. C’è tanta sinistra fuori dal Parlamento.

Appunto, fuori. Questa gente i partiti non li può più vedere. Come la recuperate?

Con umiltà, con un vero percorso democratico dal basso: apriamo le porte e nessuno si mette a capotavola.

Torniamo al via: sui giornali ci va D’Alema.

Sono anche i media che vanno sempre sulle stesse figure.

Loro non si sottraggono.

Forse, non lo so. Ma ripeto: serve un pensiero nuovo, oltre a nuovi protagonisti. Altrimenti è inutile.