La disintermediazione è una specie di tossina per la società, rompe legami già flebili, spezza ponti e isola le istituzioni nella vuota astrattezza politica

La disintermediazione è una specie di tossina per la società, rompe legami già flebili, spezza ponti e isola le istituzioni nella vuota astrattezza politica
La crisi italiana, il suo ultimo atto, è divenuta recrudescente quando alla crisi dei partiti si è risposto con la loro demonizzazione
Se cerchiamo partiti veramente nuovi, e capaci di essere all’altezza dei valori cui si ispirano, non dovremmo guardare solo agli ingredienti o all’etichetta, ma agli strumenti di cui si dotano per raggiungere gli obiettivi che si prefiggono.
Lontani i tempi dell’Unità d’Italia, oggi si gioca la partita della divisione. Non della secessione, cui nessuno crede, ma della frammentazione dei poteri
La sinistra, nella sua controversa e complessa esistenza, è (quasi) sempre stata dalla parte degli ultimi e degli oppressi. Non in astratto, ma con la mutualità, la solidarietà, una rete associativa, i sindacati, i partiti, esercitando una faticosa mediazione politica in mezzo al proprio popolo. Spesso anche in aperta controversia con certe parti di esso.
In Italia si trascura la tendenza che le democrazie maggioritarie hanno a favorire di fatto maggiormente un capitalismo di tipo liberistico che riduce l’intervento regolativo e redistributivo dello stato
In una vecchia Tribuna elettorale del 1972, oggi su Youtube, Berlinguer non dice mai che vuole “vincere”, ma dare forza al partito. Dietro c’è una cultura, che è l’opposto di “andiamo a comandare”