Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera
La mia coscienza è a posto. La linea dura è dettata dal realismo e dall’idea che il diritto alla salute viene prima di tutto. Il 4 maggio invertiamo la direzione di marcia. Non possiamo permetterci salti nel buio. Vediamo gli effetti. Ritengo giusto fare un primo passo uniforme in tutti i territori, poi potranno esserci elementi di flessibilità regionale. Tenere chiuse le scuole è una grande amarezza. I miei figli mi chiedono quando potranno riabbracciare i compagni, ma muovere otto milioni di persone significa far salire l’indice di contagio oltre e ripiombare nel dramma. La battaglia sanitaria non è vinta, ci siamo ancora pienamente dentro, in Italia e nel mondo. Guardiamo avanti, ma con giudizio.