Ricomincio da tre. (Virgola qualcosa)

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Abbiamo perso. Non era questo il risultato per cui abbiamo combattuto, “a mani nude” diceva qualcuno, in questo ultimo anno e poi in campagna elettorale. Abbiamo visto giusto, abbiamo detto che la sinistra rischiava grosso e doveva cambiare, ci abbiamo provato. Ma non ci siamo riusciti, non siamo stati all’altezza. Troppo poco, troppo tardi: gli elettori, anche quelli di sinistra, non ci hanno visto come la soluzione ma come un pezzo del problema.

Significa che niente sarà più come prima, per la sinistra e per noi. Significa che dobbiamo cercare, che dobbiamo cambiare. Ma significa anche che “eh già, noi siamo ancora qua”. Sono un milione e centomila voti quelli da cui ripartire. Come Massimo Troisi, non ricominciamo da zero. Tre cose giuste almeno le avremo fatte no?

Un milione e centomila voti significa una piccola pattuglia di parlamentari, ma soprattutto significa – chiunque abbia partecipato anche solo un pochino a quest’ultima campagna elettorale lo sa – un enorme serbatoio di passione, militanza, intelligenza, competenza. E significa la possibilità, molto maggiore di quella che potranno avere altri, di aprire una riflessione vera, libera, costituente, che sia utile alla sinistra e all’Italia. Tocca a noi, ancora una volta, ricostruire. A noi intesi non come piccolo gruppo dirigente, ma come cittadini, militanti, appassionati, studiosi. Noi intesi come gente che non ha smesso di farsi domande. Che non ha perso la speranza.

Per queste riflessioni, per questo “noi”, mettiamo a disposizione di Liberi e Uguali e di tutti coloro che hanno a cuore la sinistra il sito di Articolo 1. Senza etichette, senza bandierine, chiediamo a chi vuole e a chi può di partecipare e contribuire alla riflessione che tutti, e possibilmente insieme, abbiamo il dovere di fare. Di raccontare cosa è andato e cosa non è andato in campagna elettorale: nell’organizzazione, nella comunicazione, nella politica. Di segnalare e spiegare gli errori, quelli fatti a Roma e quelli fatti in giro. Di provare a capire insieme cosa si deve fare adesso: se non ci sono ancora le risposte, facciamoci almeno le domande. Che cosa significa dire ancora “sinistra” nel tempo dell’individualismo e della frammentazione? Che senso hanno le nostre parole che alludono sempre a un collettivo – lavoro, welfare, partito – per le donne e gli uomini, per i giovani, di questo tempo?

Insomma: da cosa ricominciamo? Non è necessario esercitarci tutti in lunghi articoli. Sotto l’insegna “Ricomincio da tre” pubblicheremo anche documenti, brevi contributi individuali o territoriali. Qui sotto, un elenco delle riflessioni sul voto già pubblicate su questo sito, come articoli per il Magazine o come rassegna stampa delle interviste dei dirigenti di Articolo 1 e di Liberi e Uguali. La nostra mail è web@articolo1mdp.it.

Grazie.

 

Dal Magazine:

Che fare di Liberi e Uguali. Prime riflessioni su una sconfitta. Di Giovanni Bellini

Abbiamo combattuto e perso, ma ora evitiamo l’errore del bruco. Di Marco Macciantelli

Sosteniamo un monocolore 5 Stelle: una proposta a tutta la sinistra. Di Tommaso Sasso

Non tanto “chi”, quanto “cosa”: ha perso lo storytelling, ha vinto la realtà. Di Giuseppe Mazza

 

Dalla Rassegna stampa:

D’Alema: i 5 Stelle populisti? No, li votano a sinistra. Ora non sottraiamoci al confronto. Di Aldo Cazzullo (Corriere della Sera)

Epifani: la sconfitta della sinistra inizia con la legge Fornero e il caos degli esodati. Di Roberto Mania (la Repubblica)

Bersani: il Movimento 5 Stelle chieda aiuto alla sinistra, o la destra farà il pieno. Di Paola Zanca, Il Fatto quotidiano

Errani: serve una sinistra che affronti i cambiamenti e si confronti con M5S. Di Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Speranza: ora un partito del lavoro per ricostruire un fronte progressista. Di Giovanna Casadio, la Repubblica

Chiara Geloni

Giornalista mai neutrale, per passione e per scelta. Onestà verso il lettore è dichiarare il proprio punto di vista. Dirige questo sito. Apuana.