Guerra: l’Europa risponda con strumenti inediti a una crisi inedita

| Politica e Primo piano
Maria Cecilia Guerra, Huffington Post

La crisi economica e sociale che accompagna e seguirà, per un periodo la cui durata è ancora difficile da definire, la tragedia del Coronavirus è assolutamente inedita per le sue caratteristiche e per le sue proporzioni. Né a livello nazionale, né a livello europeo (e neppure a livello mondiale) si può pensare di rispondere coi soli strumenti tradizionali, pur fondamentali, come sono gli ammortizzatori sociali, e tanto meno con il mero riconoscimento di spazi di flessibilità, e deroghe temporanee al Patto di stabilità. L’impegno per l’Italia, così come per ogni stato colpito dal Coronavirus, è attrezzarsi perché dopo che la tempesta sarà passata si possa ripartire, senza perdere posti di lavoro per la riduzione della base produttiva. È giusto guardare con soddisfazione al mutato atteggiamento della Bce, che ha messo in campo un’importante potenza di fuoco, che deve essere ulteriormente espandibile in caso di necessità, come oggi ricorda anche il governatore Visco. È giusta la sospensione del Patto di stabilità e di altre regole, ad esempio sugli aiuti di stato o sulla destinazione dei fondi europei, che limitano inutilmente l’azione del governo. Ma è necessario continuare a battersi, come il nostro governo sta facendo. Non è una questione da cui dipenda la sola sopravvivenza del nostro paese, ma la sopravvivenza stessa dell’Europa, come la vogliamo.

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Visco: un contenitore unico per il debito futuro dell’Unione europea

| Economia e Primo piano
Vincenzo Visco, Il Sole 24 Ore

Si tratta di superare un approccio ormai molto radicato, ancorché errato e, a mio avviso, contrario ai trattati, che ha prevalso negli ultimi anni. Se l’aumento dei disavanzi pubblici e dei debiti dell’eurozona non sarà gestito in modo non convenzionale, potrebbe veramente portare alla sua dissoluzione, dal momento che i mercati non si lasciano commuovere dal coronavirus. Studi dimostrano come i grandi debiti accumulati in passato (per esempio dopo la crisi del ’29 o dopo la Seconda guerra mondiale) non siano mai stati rimborsati interamente secondo principi e criteri ortodossi, ma che essi spesso vennero eliminati (ridotti) in seguito a default, o ristrutturazioni, o mediante una forte inflazione (come fece l’Italia – Einaudi – dopo la guerra). Talvolta possono essere riassorbiti grazie a un periodo di forte crescita economica (che oggi non appare molto probabile), ma più spesso sono stati gestiti mediante sistematici interventi di “repressione finanziaria” consistenti nel collocare forzosamente il debito presso le istituzioni finanziarie o i fondi pensione, o imponendo tetti ai tassi di interesse, eccetera. Nella attuale situazione europea si potrebbe pensare ad un apposito contenitore in cui collocare l’extra debito con una scadenza molto lunga (30-50 anni), in modo da evitare che esso interferisca e renda molto difficile la ripresa economica.

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DiGiTALiA. Manifesto per l’Innovazione dell’Italia 2020

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Condividiamo qui il frutto di un lavoro che per mesi ha visto impegnato il nostro dipartimento nazionale Innovazione, democrazia digitale e nuove tecnologie

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Coronavirus: le proposte di Articolo Uno per sostenere l’economia

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Per affrontare il Coronavirus risollevare le Regioni e le aree più colpite e tutto il sistema produttivo italiano. Le proposte di Articolo Uno

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D’Alema: un mondo diviso che ha bisogno di un ritorno alla sovranità

| Politica e Primo piano
Annalisa Chirico, Il Foglio

Il sovranismo racchiude un’istanza giusta: il ritorno alla sovranità. Una parola bellissima per chi, come me, è da sempre fautore del primato della politica. La democrazia è attraversata da un deficit di inclusione, è destrutturata, priva di. corpi intermedi, immediata e dunque fragile, incapace di produrre leadership degne di questo nome. Pensi al caso italiano: i leader, da noi, vivono soltanto cicli brevi, il che produce paralisi istituzionale e incapacità di decidere. La gestione ordinata dei flussi migratori è ostacolata dalla legge. Bossi-Fini che ha favorito l’immigrazione clandestina attraverso il proibizionismo. Non siamo invasi da nessuno, ma è evidente che l’impatto degli immigrati determina allarme per l’assenza di efficaci politiche di integrazione. Cavalcare questi allarmi per fini di propaganda politica è una forma di barbarie. Se blocchi una nave per dare l’impressione di una invasione in atto, indispettisci gli interlocutori europei con i quali dovresti invece condividere l’onere dell’accoglienza. Non si fa propaganda sulla pelle delle persone.

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Oggionni: sinistra, perché c’è bisogno di radicalità (e non di estremismo)

| Politica e Primo piano
Simone Oggionni, Huffington Post

Citazione del 1843 di Marx: “Essere radicale significa cogliere le cose dalla radice”. E aggiunge: “La radice per gli uomini è l’uomo stesso”. Questa deve essere la chiave del nostro progetto: la difesa integrale dell’uomo. Della sua fragilità, della sua inadeguatezza, della sua paura e della sua insufficienza di fronte alla sicumera e alla catastrofe del tempo presente. Un pensiero radicale e non estremista, che dunque si colloca nel campo del centro-sinistra, dentro il dibattito politico che si svilupperà in questi mesi e che sarà animato in primo luogo dal Partito democratico, che è di gran lunga il soggetto principale di questo campo. Un partito che ha grandissimi limiti e che senza una profonda autocritica rispetto agli errori compiuti in questi anni, persino rispetto alla sua stessa genesi e alla cultura politica a essa sottesa, rischia di non avere un futuro. Ma che oggi ha la responsabilità storica di definire un percorso che parli a tutta la sinistra italiana.

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D’Alema: un riformismo che balbetta irrimediabilmente fallisce

| Politica e Primo piano
Gianni Giovannetti, Left

La sinistra deve riappropriarsi di se stessa. Quando non si parla più la stessa lingua e si fa fatica a riconoscere e condividere un cammino comune, allora bisogna fermarsi e ricominciare. Da dove? Dalla ricostruzione di un “rapporto fisico” con il popolo. Un rapporto che abbiamo smarrito, abbiamo accantonato dietro le quinte del partito liquido, post-ideologico, post-identitario; un partito all’americana, con le primarie e le convention da comitato elettorale. Occorre ricostruire invece una forma di soggettività politica organizzata, e ricostruirla in mezzo al popolo. La scelta di questo governo con Pd, LeU e 5 Stelle era una scelta obbligata, un tentativo da fare. Ma sarebbe stato meglio farlo appena dopo il voto. Aver sospinto invece, in quel passaggio, Di Maio e gli altri tra le braccia della Lega, è stato un errore storico. Il Movimento aveva ed ha bisogno di tematizzare quello che è successo in questi due anni. Ma stenta a farlo e adesso si ritrova con dei paradigmi nei quali la realtà fa fatica ad entrare. La realtà è entrata in rotta di collisione con uno schema che dice, per esempio, che non esistono più né destra né sinistra. Non è stato mai così vero il contrario.

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Documenti: l’intervento di Fornaro durante l’informativa sul Coronavirus

| Politica e Primo piano

Mai come in questo momento mi sento orgoglioso di essere italiano e di un servizio sanitario pubblico universale che non guarda in faccia le questioni economiche

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Conte: Italia viva al bivio, rilancia il governo o se ne intesta la caduta

| Politica e Primo piano
Laura Tecce, La Notizia

Se l’obiettivo del leader di Italia viva è quello di condizionare virtuosamente l’azione del governo lo spazio di confronto c’è ed è un bene che venga colto, a condizione che la ricaduta sia una mediazione che costruisce e non distrugge. Anche sulla prescrizione ci sono spazi per migliorare la norma: se Iv fosse rimasta al tavolo della maggioranza probabilmente l’accordo sarebbe potuto essere più ampio. Ma il cosiddetto Lodo Conte bis non entra subito in una norma, viene affidato al percorso di un disegno di legge, quello della riforma del processo penale, quindi seguirà tutto l’iter parlamentare previsto: il lavoro nelle commissioni, le audizioni, il confronto con le associazioni di categoria. Se la prospettiva di Iv è quella di un contributo riformista lo spazio c’è. La proposta sul premierato invece è anacronistica: non ha funzionato quando i partiti erano soggetti strutturati che avevano una funzione di argine alla personalizzazione della politica, figurarsi adesso. Si creerebbe uno scontro tra leader non facilmente componibile. E comunque non sarebbe coerente né con la nostra architettura costituzionale né con la legge elettorale di impianto proporzionale che stiamo proponendo – anche con l’apporto di Italia viva – in Parlamento.

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