Maria Cecilia Guerra, Huffington Post
La crisi economica e sociale che accompagna e seguirà, per un periodo la cui durata è ancora difficile da definire, la tragedia del Coronavirus è assolutamente inedita per le sue caratteristiche e per le sue proporzioni. Né a livello nazionale, né a livello europeo (e neppure a livello mondiale) si può pensare di rispondere coi soli strumenti tradizionali, pur fondamentali, come sono gli ammortizzatori sociali, e tanto meno con il mero riconoscimento di spazi di flessibilità, e deroghe temporanee al Patto di stabilità. L’impegno per l’Italia, così come per ogni stato colpito dal Coronavirus, è attrezzarsi perché dopo che la tempesta sarà passata si possa ripartire, senza perdere posti di lavoro per la riduzione della base produttiva. È giusto guardare con soddisfazione al mutato atteggiamento della Bce, che ha messo in campo un’importante potenza di fuoco, che deve essere ulteriormente espandibile in caso di necessità, come oggi ricorda anche il governatore Visco. È giusta la sospensione del Patto di stabilità e di altre regole, ad esempio sugli aiuti di stato o sulla destinazione dei fondi europei, che limitano inutilmente l’azione del governo. Ma è necessario continuare a battersi, come il nostro governo sta facendo. Non è una questione da cui dipenda la sola sopravvivenza del nostro paese, ma la sopravvivenza stessa dell’Europa, come la vogliamo.