Stefano Morselli, Strisciarossa.it
Non basta elencare i risultati fin qui ottenuti, è il momento di proporre nuove idee. Di spiegare come si intendono affrontare i problemi di oggi – le nuove esigenze sanitarie, la crescita della popolazione anziana, la piena integrazione dei bambini nati da genitori di origine straniera… – con il coraggio e con l’apertura al cambiamento che l’Emilia Romagna ha sempre saputo dimostrare in altre fasi della sua storia. Secondo: bisogna riconoscere che ci sono stati anche degli errori. Fu demenziale, cinque anni fa, dopo le precedenti regionali, far finta di nulla di fronte al segnale clamoroso di una astensione al 63%. In Emilia Romagna, non so se mi spiego! Quello era, avrebbe dovuto essere, il vero shock. Chi guidava allora il Pd disse che l’importante era aver vinto, il resto contava niente. Una follia, davanti al vento di destra che già si avvertiva e che ha investito molte parti del mondo. Si è venuto sempre più sfilacciando quel legame di reciprocità che, almeno dalle nostre parti, garantiva un certo equilibrio politico, sociale, culturale. Come sinistra ci abbiamo messo del nostro, pensa alla vicenda grottesca della abolizione delle Province, poi mai davvero abolite però messe in ginocchio finanziariamente e istituzionalmente. Tra chi dirigeva il Pd all’epoca andava per la maggiore questa teoria: affamale che poi finiscono. Un altro errore grande. E’ necessario invece mettere mano alla ricucitura di un equilibrio del territorio, tra grandi e piccoli centri, tra città e provincia. Chi è sceso in piazza lo ha fatto spontaneamente, non ha un contenitore politico. Ci dice che là fuori, per fortuna e nonostante tutto, c’è un mondo che aspetta, che pretende che la sinistra ricominci a fare degnamente il proprio mestiere. Basta con la remissività, basta con la rassegnazione. E’ anche da cose come questa che tra alimento la mia convinzione sulla necessità, dopo le elezioni regionali, di una vera e propria costituente della sinistra, grande e inclusiva, in grado di parlare al cuore e alla testa delle persone.