Geloni: Prodi ha ragione, i 101 sono ancora lì. Dentro il Pd, ma anche fuori

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Paolo Molinari, Agenzia Italia

I 101 non rispondevano a un unico capo, alcuni erano inconsapevoli, altri funzionali al Pd che sarebbe arrivato, quello della segreteria Renzi e della presidenza Orfini. Una parte del partito intravvide nella proposta di eleggere Marini, che rispettava pienamente il mandato dato a Bersani, un inizio di inciucio con Berlusconi. Ma ci fu dell’altro: questa proposta ebbe pressioni forti dall’esterno. Si trattò del primo caso in cui il popolo dei social si fece sentire forte dalla politica e la influenzò: non era ancora molto diffuso Twitter, ma c’era Facebook. E le e-mail. Molti nostri deputati e senatori furono oggetto di mail bombing, soprattutto i più giovani. E di giovani nel Pd, Bersani ne fece eleggere tanti. Non si capì mai da chi partì questo mail bombing, ma certo qualcuno ne approfittò per porre fine alla leadership di Bersani ed evitare che arrivasse a Palazzo Chigi.

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Gotor: il “secolo lungo” dell’Italia, un racconto per capire anche il presente

| Politica e Primo piano
Leonardo Raito, avantionline.it

Il mio Novecento italiano è un «secolo lungo» che va dal 1896 fino al 2016, ma ho notato che la maggioranza delle storie dell’Italia contemporanea sono dedicate o alla prima metà del secolo (con l’Italia liberale e fascista) o alla storia dell’età repubblicana. Mi interessava, invece, valorizzare uno sguardo complessivo che tenesse conto delle continuità come delle rotture, nella convinzione che molti fenomeni sono stati di media o lunga durata e hanno travalicato le accelerazioni o le cesure di tipo politico e istituzionale. La demonizzazione del ruolo e della funzione dei partiti non è un dato di oggi. C’è tutta una tradizione anti-parlamentare e anti-partitica che ha origine nell’Italia liberale ed è diffusa, ad esempio, da scrittori di grande successo come Matilde Serao, Federico De Roberto, Gabriele D’Annunzio o da scienziati della politica come Gaetano Mosca. È però un dato di fatto che nel periodo della cosiddetta «Repubblica dei partiti» l’Italia ha toccato vertici ineguagliati di sviluppo economico, culturale, politico e civile.

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Scotto: l’Italia è Vlady e Filippo, tuteliamo la loro libertà e il loro futuro

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Arturo Scotto, Left

L’aggressione che abbiamo subito a Venezia la notte di Capodanno non è un episodio isolato ma l’ultimo di una catena lunghissima. Il neofascismo in Italia è una realtà. Ma a Venezia ho imparato – insieme a mia moglie Elsa e mio figlio Enrico – che c’è anche una generazione che ha il coraggio di denunciare, che non sta zitta, che si assume i propri rischi. Vlady e Filippo, i due ragazzi che mi hanno soccorso, sono le facce di un sentimento pre politico, quello che ti porta a difendere chi sta subendo un’ingiustizia senza porsi troppe domande. L’uno – Vlady – ha ventidue anni ed è un cittadino moldavo che ha rimediato un brutto occhio nero. Vive in Italia da 18 anni, è laureato alla Ca’ Foscari, paga le tasse, ma non ha la cittadinanza. L’ennesima traccia di un paese irrisolto che ancora non riesce a fare una legge sullo Ius Soli. L’altro – Filippo – ha appena venti anni, è alla ricerca di lavoro stabile e non precario, come tanti della sua generazione, è andato in TV a denunciare i fatti e si sta battendo come un leone per la verità.

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Speciale Emilia-Romagna: tutto sulla lista Coraggiosa

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Emilia-Romagna Coraggiosa è un progetto civico e politico, ecologista e progressista. E’ sostenuto dall’ex europarlamentare bolognese Elly Schlein

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Speranza: rivedere il Jobs act e rimettere l’articolo 18, lo dica anche il Pd

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Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Al tavolo della verifica dovremo trovare il coraggio di correggere radicalmente gli errori commessi sul mercato del lavoro. L’idea che comprimere i diritti dei lavoratori aiuti il Paese a crescere è sbagliata e dobbiamo dirlo, definitivamente. Chiederemo garanzie a partire dalla disciplina sui licenziamenti collettivi, su cui i giudici di Milano e Napoli hanno già rinviato alla Corte di Giustizia europea. Renzi non sarà contento? Renzi chiede di rivedere reddito e Quota 100 e i 5 Stelle non sono contenti. Io chiedo di rivedere il Jobs act. Non siamo un governo monocolore. Se per il Pd il lavoro è al primo posto, concorderà che per far ripartire l’Italia servono più diritti, non meno. 

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Conte: così medierò sulla prescrizione tra Bonafede e Pd

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Errico Novi, Il Dubbio

Limitare la norma Bonafede alle sole pronunce di condanna in primo grado. Tenere fuori dal meccanismo chi in primo grado è assolto. E dedicare tutti gli sforzi della riforma a tutelare i condannati affinché i loro giudizi in appello e in Cassazione si chiudano in tempi davvero ragionevoli. E’ evidente che non si tratta della soluzione migliore in assoluto. Io ho depositato una proposta di legge piuttosto diversa. Ma io faccio il politico. Noi dobbiamo trovare una soluzione sul piano politico. Se la maggioranza salta su questo, va al governo la componente più giustizialista di tutte, ossia la destra leghista. Quella dei decreti sicurezza e della legittima difesa.

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Arturo Scotto

Scotto: non chiamiamole ragazzate, il fascismo è nato così

| Politica e Primo piano
Conchita Sannino, la Repubblica

Non lasciate correre, mai. Non abbiate paura di denunciare. Nei bus, in metro, in strada. Ribelliamoci. Tolleranza zero contro chi chiede il “forno” per Anna Frank in una pubblica piazza. Tolleranza zero per chi celebra Il Duce e se provi a dire “smettetela” pensano di poterti pestare. L’antisemitismo e il fascismo sono il cuore nero della Repubblica. Non dobbiamo mai sottovalutarlo.

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Scotto: obbligare chi mi ha aggredito a leggere il diario di Anna Frank

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Arturo Scotto, Huffington Post

Sono certo che li prenderanno. Ho fiducia nell’azione della magistratura e nelle forze dell’ordine. Non mi interessa l’entità della pena che subiranno. Non è compito mio. Mi basterebbe tuttavia una condanna esemplare: l’obbligo di leggere i diari di Anna Frank. Quella che hanno oltraggiato in quell’incredibile capodanno, mentre tutto il mondo festeggiava e brindava nella splendida cornice di Piazza San Marco. La storia esiste e scava solchi, non è mai neutra, rispunta sempre fuori quando si abbassa l’attenzione. E la storia ci dice che l’Olocausto è stato il più grande delitto di sempre. E negarlo non è un’opinione. È semplicemente un crimine. Eppure una reazione c’è. Due ragazzi che non hanno paura di denunciare e uscire allo scoperto. Vlady e Fabrizio. Due ragazzi di venti anni, con due storie diverse ma molto belle di un’Italia capace di tenere testa alla violenza. A loro dico: continuate a indignarvi. Ma non limitatevi a questo. Trasformate questa rabbia in impegno.

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Guerra: mettiamo il primo mattone per cambiare l’Irpef

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Valentina Conte, la Repubblica

Trasformeremo il bonus degli 80 euro, ne amplieremo la platea, aiuteremo i redditi medi, i più danneggiati da un’eventuale flat tax leghista, e metteremo così il primo mattone per ridisegnare l’lrpef che così com’è è sperequata, grava molto di più su lavoratori dipendenti e pensionati che sugli altri redditi. Il bonus da 80 euro non sarà toccato, nessuno prenderà meno. L’intervento di riduzione del prelievo fiscale andrà coordinato con quanto esiste, anche ripensando lo stesso bonus, se occorre. Possiamo rimodulare, modificare, eliminare se serve sia gli 80 euro che le detrazioni da lavoro dipendente. Estendere la platea non significa tornare indietro rispetto ai benefici già percepiti, ma allargarli ad altri. La mia personale sensibilità mi porta ad apprezzare l’imposta continua della Germania, senza salti di aliquota. Si paga in base ad una funzione matematica: cresce il reddito e sale il prelievo, ma senza disparità. Il punto non è quante aliquote o scaglioni hai. Ma se chi ha di più contribuisce di più al bene comune.

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