Federica Fantozzi, Huffington Post
Forse Biden non è stato un candidato brillante, ma sono convinto che sarà un buon presidente. È un politico. Finalmente il bisturi torna in mano a un chirurgo e non a un macellaio. L’idea demenziale che per salvare la democrazia bisogna mettere al bando i politici viene messa da parte. Trump non è stato una parentesi transitoria. Rappresenta un elemento di crisi rispetto alla tradizione democratica americana: ha detto prima del voto che non avrebbe accettato il verdetto, e questo non è normale. Ma è un fenomeno destinato a rimanere: il populismo nazionalista, etnocentrico, basato sul ruolo della razza bianca, attraversa tutto il mondo occidentale. Dall’altra parte, riunita in un solo partito c’è la “coalizione democratica” che deve rendersi consapevole della necessità di cambiamenti profondi perché il neoliberismo non funziona più. Con i Democratici al governo si aprirà una stagione nuova. Ma l’agenda è impegnativa: considerare che si è chiusa una parentesi di follia e si può tornare al solito tran tran sarebbe un grave errore. I Democratici hanno scelto una personalità capace di unire il campo progressista. Ma non è stata una campagna elettorale all’insegna del buonsenso contro la sregolatezza. C’è stato uno scontro drammatico e radicale di sistema. La pandemia ha radicalizzato lo scontro: il primato della vita contro il primato dell’economia, la solidarietà nei confronti dei più fragili contro il superomismo di chi sopravvive. Il rimettere al centro del dibattito i valori della scienza, della vita e della salute, ha mobilitato in forze il popolo Democratico.