Speranza: l’astensionista stavolta è di sinistra, 15 giorni per convincerlo

| Politica e Primo piano
Stefano Cappellini, la Repubblica

La partita è davvero aperta, la stragrande maggioranza degli elettori non ha deciso e non sento ancora in giro la consapevolezza della posta in gioco. Si è un po’ disperso e va rilanciato il senso di questa lista aperta, inclusiva, che non è un Pd allargato e che deve essere la base per la costruzione di una forza nuova capace di essere trainante del campo di centrosinistra. Le ricette della destra colpiscono i più deboli, la flat tax favorisce chi guadagna di più. La campagna di vaccinazione è un patrimonio del Paese, ma Salvini e Meloni guardano ai No vax. Dove ci porterebbe la destra sulla crisi ucraina è chiaro: a essere allineati a Le Pen e Orbàn.

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Fornaro: gli elettori intermittenti hanno reso il voto sempre più incerto

| Politica e Primo piano
Federico Fornaro, Domani

Pochi giorni e sapremo se e come gli intermittenti saranno stati nuovamente l’ago della bilancia. Il risultato finale delle elezioni è sempre più determinato dalla scelta di voto (o di astensione) degli elettori che decidono se votare e per chi votare negli ultimi dieci giorni, facendo impazzire i modelli matematici dei sondaggisti. Ad oggi si può prevedere una scomposizione dell’universo del 40 per cento di elettori intermittenti in un 15 per cento che non andrà a votare e un 25 per ceno che invece si recherà ai seggi. Premieranno la novità rappresentata da Giorgia Meloni, o determineranno un astensionismo record? Oppure la paura di un ritorno indietro sul tema dei diritti e dell’ambiente spingerà i giovani e le donne intermittenti a votare in massa il centrosinistra a guida Pd Italia democratica e progressista?

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Scotto: il M5S non è di sinistra. L’agenda progressista è quella del Pd

| Politica e Primo piano
Gianluca De Rosa, Il Foglio

Il lavoro che abbiamo fatto in questi anni per tirare i 5 stelle fuori dall’ambiguità del ‘oltre la destra e oltre la sinistra’ è stato importante, non lo rinneghiamo: i 5 stelle adesso non sono di destra, ma la sinistra è un’altra cosa. L’unico programma di sinistra lo abbiamo noi: dalla progressività fiscale, con la legge d’impianto tedesco, e il ripristino della tassa di successione, non mi pare che queste proposte siano nel programma di Conte e dei 5 stelle, nonostante quella tassa, abolita da Berlusconi, abbia aumentato le diseguaglianze nel nostro paese. Unione popolare rappresenta legittimamente una forza politica di sinistra, ma non ha mai preso in considerazione il tema del governo, hanno un’impostazione sideralmente distante alla nostra cultura politica.

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Guerra: dal taglio del cuneo a una rivoluzione nel fisco

| Politica e Primo piano
Viola Contursi, Public policy

Agire subito, in legge di Bilancio, con un taglio strutturale del cuneo, attraverso una riforma profonda del nostro sistema fiscale che riordini i prelievi in senso redistributivo e fortifichi realmente la lotta all’evasione fiscale, dicendo addio alla stagione dei condoni. E poi intervenire su quella che è considerata una vera emergenza nel nostro Paese, ovvero il mercato del lavoro: con il salario minimo sì, ma anche e soprattutto con una legge sulla rappresentanza (per contrastare i contratti pirata) e, nell’immediato di questa crisi, la riflessione su una cassa integrazione non onerosa per le aziende lì dove ce n’è bisogno. Senza dimenticare il fondamentale passaggio alle fonti rinnovabili, con una proposta tra tutte che è quella di differenziare il prezzo dell’energia ottenuta con il gas, da quella ottenuta da fotovoltaico ed eolico.

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Fornaro: il fascismo non è ripetibile, ma l’autoritarismo è già qui

| Politica e Primo piano
Andrea Fabozzi, Il manifesto

Nel suo nuovo libro “Il collasso della democrazia“, Fornaro ripercorre il triennio 1919-1922 dell’ascesa di Mussolini. Nell’ultimo capitolo gli “avvisi ai naviganti” che cento anni dopo hanno davanti elezioni politiche che si annunciano storiche. “Meloni non rinuncia alla fiamma perché è il filo nero con la Repubblica sociale. La destra propone ancora una versione riduzionista del ventennio”.

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D’Attorre: non basta la paura della destra, si parli chiaro come sul Jobs act

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Alfredo D’Attorre, l’Huffington Post

L’idea di presentare la lista Pd-Italia democratica e progressista come l’unica alternativa alla destra è giusta, ma va declinata in modo diverso. Non più solo in negativo, sulla paura di una vittoria di Meloni (che purtroppo, piaccia o no, buona parte del Paese sembra aver già metabolizzato), ma in positivo, sui temi che toccano direttamente la condizione di vita materiale delle persone.

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Scotto: priorità sanità e bollette. L’Agenda Draghi? Un’invenzione

| Politica e Primo piano
Luca Gasperoni, Il Tirreno

Beni pubblici come la salute e la scuola devono essere accessibili a tutti. Invece la destra vuole un modello americano, una privatizzazione strisciante. È una vergogna che le aziende che hanno fatto extraprofitti in questi mesi non restituiscano allo Stato i miliardi con cui si possono alleviare le sofferenze di imprese e famiglie. E poi serve il tetto nazionale sull’energia elettrica. La nostra proposta è un “contratto-luce sociale” che dimezzi le bollette per i ceti più deboli. L’agenda Draghi non esiste per sua stessa ammissione, si tratta di un metodo senza formula politica. Renzi e Calenda cercano una collocazione in un centro trasformista che alla fine favorirà solo la destra.

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Speranza: parte da Napoli la mia battaglia da sinistra per il Sud

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Conchita Sannino, la Repubblica

Ogni figlio del Meridione – come me che sono lucano – ha come faro Napoli. E la voce di un ministro piò e deve dare più forza alle ragioni del Sud. Sfido Meloni qui a Napoli a un confronto sui vaccini, perché il Covid c’è ancora. Le facili illusioni e le fake avvelenano il confronto sul tema dirimente della salute pubblica. Il disegno di autonomia delle destra è scellerato e avrebbe effetti devastanti sul nostro Paese. Le disuguaglianze, soprattutto dopo il Covid, rischiano di esplodere.

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Speranza: con FdI e Lega i no-vax al governo, sui vaccini basta ambiguità

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Niccolò Carratelli, la Stampa

Meloni dica con chiarezza cosa intende fare sui vaccini se vincerà le elezioni, la sfido a un confronto pubblico. Gli italiani hanno il diritto di sapere se c’è qualcuno che vuole cambiare la linea tenuta dal governo finora, basata su diritto alla salute ed evidenza scientifica. La partita è aperta, io continuo ad avere fiducia, penso che un italiano su due non abbia ancora deciso cosa fare e per chi votare. Noi dobbiamo parlare a queste persone e chiedere: in mano a chi vuoi che sia questo Paese dal 26 settembre? Per la tua sicurezza, della tua famiglia, della tua impresa. Secondo me, Meloni e Salvini rischiano di portare il Paese a sbattere.

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