Mognato: perché alla sinistra adesso occorre una fase costituente

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Michele Mognato, enordest.it

Se guardiamo al numero assoluto di voti, la destra italiana non rappresenta la maggioranza degli italiani. Essa ha vinto e avrà la maggioranza dei seggi solo grazie ad una legge elettorale sciagurata. È quella sociale la questione che la sinistra deve prendere a piene mani, perché la forbice delle disuguaglianze tra chi ha più e chi ha meno o nulla si va sempre più ampliando, e noi scegliamo di stare dalla parte di questi ultimi. Serve una “fase costituente”, una discussione profonda sulla funzione e la prospettiva della sinistra in Italia, una nuova forza politica che avvii un processo per la nascita di una nuova egemonia culturale che intercetti la rabbia, la delusione di tanti per canalizzarla in una visione più larga che guardi a una società nuova.

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D’Alema: dopo la sconfitta, la rinascita di una comunità politica

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Massimo D’Alema, Italianieuropei

Senza fare chiarezza su ciò che è stato giusto e ciò che è stato sbagliato nel passato, è difficile riguadagnare credibilità. L’Italia voleva un ritorno della politica (o del populismo come dice qualcuno), non certo la continuità della tecnocrazia. L’elettorato ha premiato le forze politiche e i leader che ha considerato i più lontani dall’establishment economico e finanziario, nazionale e internazionale. Difficile sconfiggere il populismo sulla base della difesa della buona amministrazione e dello status quo. Se non si mette in campo un progetto politico, una risposta forte al bisogno di protezione, di giustizia sociale, di diritti; se non si è in grado di suscitare una speranza di riscatto, in particolare nella parte più debole della società, si è destinati a perdere.

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Speranza: al congresso dem ci saremo se si costruirà una cosa nuova

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Monica Guerzoni, Il Corriere della Sera

Se sarà un percorso costituente serio noi ci saremo, ma il modo peggiore di affrontare una rifondazione è partire dal gioco delle figurine. Nella lettera di Letta ci sono parole che vanno nella direzione giusta. Congresso costituente? Io dico sì, se è un percorso profondo, che rimetta in discussione l’identità, fino al nome e al simbolo. L’alternativa alla destra va costruita anche con i 5 Stelle. Il prossimo governo spinga la quarta dose, gli over 60 prenotino subito il richiamo.

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Rutigliano: a sinistra è ora di costruire un’alternativa politica

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Carlo Rutigliano, Huffington Post

Non perdiamo solo per una coalizione striminzita, per la divisione di un campo che a fatica avevamo provato a costruire, ma per un vuoto di identità e di senso che dura da troppi anni. Di fronte a tutto ciò, pensare di cavarsi dai guai ripartendo dai nomi e dalle leadership non basterà. Saremo chiamati a ripensare la teoria che anticipa e accompagna la pratica. Visione e programmi, alleanze politiche e sociali, riferimenti culturali, presenza, pensiero e linguaggio. Soprattutto toccherà immaginare e costruire un nuovo senso di comunità. Consapevoli che come dalle grandi crisi, dalle grandi sconfitte non si esce mai con il mondo di prima.

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Speranza: la nostra è l’agenda sociale, la destra ci porta indietro

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Andrea Carugati, Il manifesto

La lista democratica e progressista è un seme per la costruzione di una sinistra larga. Il M5S sta cercando di recuperare una verginità ma per 4 anni e mezzo è stato il principale partito di governo. Per noi l’obiettivo è vincere, e questo è possibile convincendo chi non vuole andare a votare, pancia a terra, casa per casa. Il nostro vero avversario è l’astensione: soprattutto nei ceti più deboli che vogliamo rappresentare ci sono persone sfiduciate, rassegnate, che pensano che il voto sia ininfluente sul loro destino personale, che nulla possa cambiare. Il nostro compito è rispondere con forza a questa domanda di protezione. Il modello della destra italiana è Trump, che ha nominato i giudici della suprema corte che hanno abolito il diritto all’aborto negli Usa. Il messaggio subliminale di Meloni è che anche in Italia si andrà in quella direzione: è una destra che ha paura dei diritti.

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Bersani: destra non tocchi la Costituzione, gli italiani non lo permetteranno

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Francesco Rigatelli, La Stampa

La democrazia non sta solo nelle elezioni e nei giochi parlamentari. L’Italia è un Paese maturo con una società civile forte. Una maggioranza non può decidere tutto. Non ho dubbi su questo. Ce li ho magari sulla tenuta dei diritti civili, quando vedo per esempio che girano come avvoltoi sulla legge 194, anche se non siamo in Ungheria. Nel profondo del Paese non c’è un’ondata di destra, ma la legge elettorale può favorirli più dei voti reali in cui non saranno maggioranza. Di quei tre poi una ha fatto correre l’idea di provare anche lei. In realtà però li abbiamo già provati tutti e io dico attenti a dove mettere la croce se no poi in croce rischia di finirci l’elettore. La destra al governo ha già fatto saltare l’equilibrio di finanza pubblica.

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Reddito: Guerra, il taglio del reddito colpirà i minori e le donne

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Roberto Ciccarelli, Il manifesto

La povertà nella stragrande maggioranza dei casi è il prodotto di circostanze economiche e sociali ed è molto grave nel caso dei minori. Quelle di Meloni sono indicazioni vaghe che si basano sul pregiudizio che il «reddito» sia stato pensato per permettere a una persona di non lavorare. Invece dura 18 mesi rinnovabili e prevede la decadenza del sussidio in caso di un secondo rifiuto di un’offerta di lavoro. La sua lettura non corrisponde alla realtà perché il 26% dei percettori del reddito sono minorenni, il 20 per cento lavorano ma non guadagnano abbastanza per garantirsi un reddito decoroso. Tra questi il 60 per cento ha un contratto a tempo determinato. Questo significa che la povertà riguarda anche chi lavora e non è legata solo alle basse retribuzioni, ma anche al basso tempo di occupazione. È un problema che colpisce i giovani e le donne. Queste persone non sono nemmeno considerate da Meloni e rischiano di essere travolte.

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Speranza: subito la verità sui soldi di Mosca. Il voto è un referendum

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Raffaele Marmo, Quotidiano nazionale

Il centrodestra ha coltivato relazioni pericolose in passato, il Copasir chiarisca. La sfida elettorale è aperta, il clima sta cambiando. Il Paese è di fronte a una scelta netta e io sono ottimista. Penso che ci sia uno spazio enorme di recupero da parte nostra. E questo sta avvenendo: ci sono segnali che vanno in questa direzione. Larga parte delle persone, quasi un italiano su due, non ha deciso per chi votare o non vuole andare a votare. Possiamo convincere queste persone. Votare per noi significa fare l’interesse dell’Italia e mettere in sicurezza il Paese. Insomma, dobbiamo dire chi siamo e, se lo faremo, sono convinto che gli italiani capiranno le differenze.

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Speranza: fondi, diritti e salute. Blindiamo l’agenda Sud

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Lorenzo Calò, Il Mattino

Con flat tax e autonomia la destra guarda al Nord. Sulla Sanità risorse ordinarie incrementate in Campania fino a 19,8miliardi in tre anni. De Luca? Io non ho mai fatto polemica con nessuno. Il mio obiettivo è asciugare l’area dell’astensione e della sfiducia ed evitare che vinca una destra che invece porterà il Paese e il Mezzogiorno a sbattere. Meloni si tinge di nuovo ma è stata ministro per oltre tre anni con Berlusconi, con loro al governo c’era Tremonti che oggi è candidato proprio con la Meloni. Sappiamo tutti com’è andata a finire.

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