Stumpo: commissione? No. Contro il Covid si è fatto il possibile

Politica e Primo piano

Pubblicato su Il Riformista

di Nico Stumpo

Sostengo le ragioni del No alla proposta di una commissione parlamentare d’inchiesta sull’operato del governo e sulle misure da esso adottate per prevenire e affrontare l’emergenza epidemiologica del Covid-19. Potrei cavarmela dicendo che basterebbe leggere il titolo per capire che più che una commissione si vuole istituire un plotone di esecuzione con finalità politiche contro l’allora governo, che si è trovato a gestire la fase più difficile dal Dopoguerra a oggi, e che coincide più o meno con l’attuale opposizione.

Naturalmente argomenterò, dando anche conto di tutti i passaggi avvenuti, e anche di quelli non avvenuti, per spiegare le ragioni di questo mio convincimento.

All’inizio della legislatura, nel presentare alle Camere il programma del suo governo, la presidente del Consiglio diceva testualmente: “Occorrerà fare chiarezza su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica: lo si deve a chi ha perso la vita. e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori”. Il buongiorno si vede dal mattino.

Mai in un programma di governo si è prefigurata l’istituzione di una commissione d’inchiesta contro un governo precedente.

Le commissioni hanno sempre avuto un carattere unitario nelle intenzioni e nelle finalità e sono nate nel confronto e nel dibattito politico di tutte le forze, non contro qualcuno. Ma di questo dirò dopo.

Successivamente alle dichiarazioni programmatiche della (del) presidente del Consiglio vengono depositate tre proposte di legge: una di Fratelli d’Italia, una della Lega e una di Italia viva. Mesi di travaglio, di liti e divisioni nella maggioranza per trovare un testo condiviso e che non prevede di indagare anche sulle regioni, per i veti dei presidenti di regione a partire dalla Lombardia e dal Veneto. Era il cuore della proposta di Italia viva, che però comunque firma il testo.

In tutta questa fase di preparazione mai, e dico mai, né la maggioranza né Italia viva hanno chiesto alle opposizioni di confrontarsi sul testo e sulle sue finalità. Sono andati avanti come se si trattasse di una normale proposta di legge, anche con la gelosia di chi non volesse farne sapere in anticipo il contenuto.

Naturalmente alla lettura del testo il giudizio ne è uscito peggiorato. Evidenti cedimenti alla cultura No-vax sui vaccini (art. 3, commi ff, gg, ee) e sulla limitazione delle libertà personali (art. 3, commi u, v) nonostante le autoevoli spiegazioni portate nelle audizioni e la sentenza 127/2022 della Corte costituzionale. Poi chicche esilaranti che danno il senso di cosa si vuole fare di questa commissione. Indagare sui banchi a rotelle o sulle primule o sulla app Immuni. Con quello che è successo il compito della politica è questo? Quanta miseria!

Dicevo prima delle commissioni d’inchiesta e del loro ruolo. Il Parlamento del nostro Paese ha istituito la commissione sul caso Moro, sulla P2, sulle stragi sempre con proposte avanzate dalla maggioranza e dall’opposizione. Commissioni difficili che hanno scavato nella profondità dei problemi del Paese. Grandi personalità, una su tutti Tina Anselmi, hanno portato a termine un lavoro unitario di cui andare fieri e che ancora oggi, almeno io, sento il dovere di ringraziare.

Ma ha anche istituito la commissione Mitrokhin (Telekom-Serbia) utilizzata come una clava contro l’allora opposizione. Igor Marini, Mario Scaramella, consulenti della commissione, furono condannati per aver accusato falsamente la classe dirigente del centrosinistra da Romano Prodi a Piero Fassino. A quale dei due casi somiglia questa proposta?

La destra, se solo lo volesse, sarebbe ancora in tempo a fermarsi e a riscrivere le finalità della commissione. Finalità utili al Paese. Partendo da una seria analisi sullo stato della sanità pre-Covid per ragionare su quale sanità costruire per tutelare i nostri cittadini nel futuro. Il Covid è arrivato. Alla politica tocca il compito di guardare al futuro, non negli specchietti retrovisori. La maggioranza è ancora in tempo prima di causare una enorme rottura istituzionale.