Speranza: vaccini, la svolta è vicina ma l’Italia dei colori resterà

Politica e Primo piano

Intervista a La Stampa

di Paolo Russo

«Anche questo weekend lo passerò lontano dalla famiglia, ma il gran lavoro di questi giorni ora ci permette di ricominciare a correre con le vaccinazioni». Roberto Speranza dal ministero risponde con voce stanca e allo stesso tempo soddisfatta. «So che gli italiani sono provati dalle restrizioni – dice il titolare della Salute – ma con il decreto Sostegni mettiamo in campo oltre 150 mila tra medici di famiglia, odontoiatri, pediatri, specializzandi e specialisti ambulatoriali. In più avremo 19 mila farmacie dove ci si potrà vaccinare e fino a 270 mila infermieri da coinvolgere nella campagna che, appena avremo più dosi, potrà accelerare l’uscita dall’emergenza».

Almeno per ora sembra che la sospensione di AstraZeneca non abbia allontanato più di tanto gli italiani dal vaccino. Non crede ci sia stato però qualche difetto di comunicazione in questa vicenda?

«Le primissime reazioni sono di fiducia. Servirà ancora qualche giorno per capire come va, ma gli italiani sono consapevoli che il vaccino è l’arma più efficace per uscire da questa stagione così difficile, che vede ancora la maggior parte della popolazione dover fare i conti con le restrizioni delle aree rosse. Ma la vicenda AstraZeneca a mio avviso va letta in un altro modo».

Come?

«Che c’è la massima attenzione anche verso eventi rarissimi, perché stiamo parlando di un caso su un milione. Episodi legati da una connessione temporale e non causale. Lunedì il prestigioso Erhlich Institute ha chiesto al governo tedesco di sospendere AstraZeneca perché erano stati rilevati alcuni eventi trombotici rari e l’Ema ha preso tempo fino a giovedì per approfondire. Allora le agenzie regolatorie e i governi dei principali Paesi europei hanno deciso di sospenderne la somministrazione. Io questi fatti non li leggo come un difetto di comunicazione, ma come una scelta di massima attenzione alla tutela della sicurezza di tutti».

Però la Francia lo ha sconsigliato agli under 55. Forse il coordinamento va migliorato ancora un po’?

«Per l’Ema e i nostri scienziati non ci sono elementi per limitarne l’età. È normale che gli eventi trombotici si siano manifestati tra i meno anziani, visto che in Europa è a loro che è stato somministrato il vaccino».

L’Europa ha esportato 33 milioni di dosi, ma Usa e Gran Bretagna a noi non ne danno. Agiremo di conseguenza?

«L’Europa si è ispirata sempre al principio di solidarietà promuovendo acquisti unitariamente. Personalmente non credo che la guerra Paese contro altro Paese per gli acquisti avrebbe prodotto risultati migliori. In queste ore siamo i primi a chiedere alla Commissione Ue di essere rigorosa nel far osservare alle aziende i contratti. Con chi non rispetta i termini di consegna dobbiamo adottare una linea dura perché ogni vaccino somministrato prima può salvare una vita. Abbiamo già bloccato l’export di chi non rispetta i patti e siamo pronti a farlo ancora».

Chi rifiuta il vaccino di Oxford finirà in coda?

«Se uno rifiuta dobbiamo darlo immediatamente ad altri. Fuori dalle indicazioni delle autorità sanitarie non ha senso scegliere il vaccino perché sono tutti sicuri ed efficaci. E soprattutto sono tutti capaci di proteggere dalle forme gravi di malattia».

Merkel ha annunciato che acquisterà Sputnik anche senza l’ok di Ema. E noi?

«Resto convinto che non conti la nazionalità degli scienziati che hanno permesso la scoperta di un vaccino quanto la sua sicurezza ed efficacia. Cose che solo le nostre Agenzie regolatorie possono accertare. Mi aspetto comunque che Ema sia rapida nel decidere su Sputnik come sugli altri vaccini in arrivo».

Diverse regioni rischiano di rimanere in lockdown anche dopo Pasqua. Ma il sistema a colori resterà anche dopo il 6 aprile alla scadenza del Dpcm che l’ha reiterato?

«La scelta è stata confermata dagli ultimi decreti del governo e credo sia la più efficace a rendere le misure proporzionali alla differente situazione epidemiologica dei territori. Per cui sì, sarà confermata».

Quando potremo riprendere a spostarci da una regione all’altra?

«Dipenderà dal quadro epidemiologico, ma i nostri scienziati confidano che le misure adottate e il numero sempre più ampio di persone immunizzate possano migliorare la situazione in tempi non troppo lunghi».

Sbaglio o il nuovo Cts sembra composto con il manuale Cencelli? Un tot di rigoristi e un altro tot di aperturisti che sembrano strizzare l’occhio a Salvini. Come il dimissionario Gerli, il matematico che le sbaglia tutte…

«Voglio intanto ringraziare tutti quelli che in questi mesi hanno servito il Paese con il loro prezioso lavoro nel Cts. Una semplificazione era utile e auspicabile. Ora sono sicuro che nei rispettivi ruoli di coordinatore e portavoce due personalità del calibro di Locatelli e Brusaferro sapranno indirizzare le scelte nella giusta direzione. Come hanno sempre fatto».

La pandemia, lo ha ricordato Draghi, ha accentuato le diseguaglianze, che si riducono soprattutto usando la leva fiscale. Come pensate di farlo con la Lega che sostiene la fiat tax, ossia tassare in egual misura alti e bassi redditi?

«Questo governo non farà la fiat tax. Su questo Draghi è stato chiaro. Il principio che ci guida è quello dell’equità e della progressività del sistema fiscale secondo l’articolo 53 della nostra Costituzione».

Come si trova a governare con Matteo Salvini che all’opposizione manifestava senza mascherina mentre lei al governo predicava il rigore?

«Quando si è al governo contano gli atti che si compiono, non le parole. E i provvedimenti approvati in queste settimane sono sempre stati ispirati al principio di cautela e all’idea che il diritto alla salute viene prima di tutto. È solo vincendo la battaglia contro l’epidemia che potremo far ripartire tutto il Paese».

Intanto avete varato la rottamazione delle cartelle esattoriali. Che come LeU avete sempre contestato…

«La verità è che con la limitazione dei 30 mila euro di reddito e dei 5 mila dell’importo sanabile abbiamo respinto il tentativo di far passare un vero condono. Qui parliamo di un intervento mirato, lontano da quello che qualcuno pensava di fare».

Il programma di Letta e il rilancio dello Ius soli le piacciono? Metterete fine alle vostre divisioni?

«Allo Ius soli sono favorevole. Quanto ai nostri destini ci confronteremo nel merito. La questione centrale per noi resta la difesa dei beni pubblici fondamentali, come salute, istruzione, lavoro e ambiente».

Sulla sanatoria si è rivisto l’asse Centrodestra-55. Teme che l’esperienza del governo Draghi rimetta in discussione l’alleanza con i grillini?

«No. Credo in questa alleanza. A livello globale si confronteranno sempre più un’area di destra e una democratica e progressista. I Cinquestelle possono far parte di quest’ultima».