Speranza: un governo di svolta, anche sui diritti delle donne

Politica e Primo piano

Pubblicato su HuffingtonPost

di Roberto Speranza

Sono ore decisive per il futuro del Paese. È aperta la possibilità che possa nascere un nuovo governo di svolta, frutto del dialogo tra tutto il centrosinistra ed il Movimento 5 Stelle. Non è impresa né facile né scontata. Già in queste prime ore emergono contraddizioni e diffidenze tra i partiti e nei partiti chiamati ad aprire il nuovo corso.
Ciò nonostante, sono convinto che valga la pena spendersi con coraggio a favore di questa prospettiva, a partire dalla necessaria discontinuità rispetto al passato. Il nostro avversario è la destra di Salvini, alleata in Europa con Orban e con la Le Pen, che ha tirato fuori il suo volto peggiore nei mesi di governo e che non ha nascosto l’ambizione dei “pieni poteri”. Allargare il fronte democratico contro questa destra a me pare un’esigenza prioritaria.
Il Paese attraversa una crisi economica e sociale ancora drammatica che si è acuita nei mesi a guida gialloverde. È necessario che il nuovo governo nasca su basi solide e da un impegno serio e rigoroso che non consente tatticismi attorno ad inaccettabili “doppi forni”. Se così non fosse l’unica strada resterebbe quella del voto anticipato.
I punti di merito proposti da Zingaretti e Di Maio rappresentano una prima cornice programmatica interessante ed indicano come sia possibile trovare un terreno comune su cui costruire la nuova esperienza di governo.
La questione sociale, la lotta alle diseguaglianze e la rivoluzione verde sono i primi capitoli fondamentali finora emersi nel confronto appena avviato. Bene, c’è però un altro ambito su cui è necessario segnare la più marcata discontinuità rispetto alle politiche degli ultimi mesi:
Io credo che il governo di svolta possa rappresentare una nuova frontiera contro la restaurazione di rapporti patriarcali dentro la famiglia, contro chi vuol negare i diritti dei minori, contro chi pensa di impedire alle donne di liberarsi da situazioni di sofferenza e violenza.
Nella nuova stagione sarà fondamentale guardare ai temi della famiglia in un’ottica diversa da quella di chi vuole rinchiudere nuovamente le donne in casa. Bisognerà invece promuovere politiche sociali e del lavoro che rendano davvero possibile ai giovani, e in particolare alle giovani donne, di scegliere di potere fare figli, senza compromettere la loro partecipazione al lavoro e alla vita pubblica.
La restaurazione che propone una certa destra, nega la sessualità femminile, non solo con il ddl Pillon, ma anche con l’attacco sostanziale alla legge sull’aborto. Siamo dinanzi ad uno degli elementi più gravi del processo di involuzione culturale che si sta cercando di imporre al nostro Paese.
Il 28 settembre una miriade di associazioni femministe grandi e piccole si mobiliteranno ancora, come già avvenuto negli ultimi mesi, contro questa involuzione e per un altro modello di società. Ecco, il governo di svolta dovrebbe stare al loro fianco e fare la differenza anche su questo. Non è poco. Anzi, forse vale più del nome di chi farà il presidente del consiglio.