Speranza: serve ancora stabilità. Nessuno metterà il governo a rischio

Politica e Primo piano

Intervista a Il Corriere della Sera

dall’inviata Monica Guerzoni

MANDURIA – Sotto il tendone bianco, tra gli ulivi e le vigne della magnifica masseria del ‘500 dove Bruno Vespa produce vini e intervista ministri, l’applauso più forte scatta quando Roberto Speranza ricorda che «siamo uno dei primi Paesi del mondo come tasso di vaccinazioni». Ma come scende dal palco del Forum in Masseria, il ministro della Salute torna nei panni di segretario di Articolo Uno.

L’esecutivo è a rischio o la tregua durerà?
«Questo governo porterà alla scadenza naturale della legislatura nel 2023. È interesse del Paese una ulteriore fase di stabilità».

Stabilità con Conte, Salvini e Berlusconi che tirano la giacca a Draghi su guerra e riforme chiave del Pnrr?

«Capisco le dinamiche elettorali, ma l’interesse del Paese viene prima dei piccoli interessi di parte. Il governo Draghi ha la forza di andare avanti, affrontare i nodi e governare le tensioni provocate dall’avvicinarsi delle urne».

Non avverte anche lei la tentazione di tanti contiani di rompere con Draghi?
«Nessuno si assumerà la responsabilità di mettere a rischio davvero il governo, ora che alle ragioni di fondo che lo hanno fatto nascere si è aggiunta la guerra. Oggi l’Italia è forte e credibile a livello internazionale e può anche giocare un ruolo importante nella ricerca della pace. Sarebbe insensato aprire una crisi».

Crede al presidente Conte quando dice che non farà cadere il governo?
«Conte ha sempre smentito questa ipotesi. Non bisogna scambiare la legittima possibilità di ognuno di porre questioni di merito con la volontà di far cadere il governo».

Per il dopo-Draghi c’è chi spera in un governo Letta-Meloni. Lei ci starebbe?
«È fantapolitica, non sta né in cielo, né in terra. Per me, che lavoro per un campo di forze democratiche e progressiste, la destra legata con due mani a Le Pen e Orbán è un avversario politico».

Quanto soffre a stare al governo con Berlusconi e Salvini, che non hanno tagliato i ponti con Putin?
«I governi si misurano sui fatti e non sulle dichiarazioni. Non vedo tracce di putinismo nel governo. Come prova la telefonata a Putin, Draghi sta facendo sentire la voce di un’Italia protagonista in Europa, un’Italia che cerca la via del dialogo e spinge per un piano di pace e un compromesso sostenibile».

Salvini pensa di andare a Mosca. Sbaglia, o gli augura buon viaggio?
«Spero per lui che non ci sia un sindaco ad attenderlo». Una battuta per ricordare la (pessima) accoglienza ricevuta in Polonia, al confine con l’Ucraina, dove il leader della Lega fu contestato dal sindaco Wojciech Bakun.

Dopo il Covid, a preoccupare è il vaiolo delle scimmie. Può scoppiare un’altra epidemia?
«Il vaiolo delle scimmie non è il Covid due, è un’altra partita. È comprensibile che l’opinione pubblica sia spaventata, ma questo virus lo conosciamo da molti anni, abbiamo sia i vaccini che i farmaci antivirali e abbiamo attivato tutte le reti di sorveglianza. La letalità è molto bassa, la trasmissione è più difficile rispetto al Covid e la comunità scientifica non si aspetta contagi di massa».

Se la sente di tranquillizzare gli italiani?
«Nel nostro Paese i contagi sono una decina o poco più, stiamo seguendo l’evoluzione con la massima attenzione e sarebbe sbagliato suscitare un allarmismo che oggi non ha fondamento».

Quando ci lasceremo il Covid alle spalle?
«I segnali sono positivi, i numeri continuano a calare da molte settimane. Sulle vaccinazioni l’Italia e la sua comunità scientifica hanno fatto molto meglio della Germania, che sta sette, otto punti sotto di noi. Abbiamo dimostrato di essere all’altezza della sfida».

In autunno la pandemia ripartirà?
«Gli scienziati ritengono possibile una ripresa della circolazione del virus, ma l’Italia ha uno scudo forte, oltre il 90% dei cittadini sopra i 12 anni ha completato il ciclo primario di vaccinazione. Guardiamo con fiducia alla ripresa in autunno, però sarebbe un errore pensare che il Covid sia sconfitto. I documenti dell’ultimo G7 parlano di una partita ancora aperta».

Si va verso la quarta dose di vaccino per tutti?
«Il mio appello ai più fragili è di non aspettare e di fare il secondo booster, perché le persone che perdono la vita per il Covid hanno un’età media sopra gli 80 anni. La quarta dose può salvare molte vite. Per le altre fasce di età il mio auspicio è che a ottobre avremo vaccini aggiornati a Omicron e, a quel punto, valuteremo se sottoporre al richiamo altre categorie».

Gli studenti potranno sostenere gli esami di terza media e maturità a volto scoperto, o resterà l’obbligo di mascherine?
«Il decreto prevede l’obbligo fino al termine dell’anno scolastico. Intanto è un bel risultato aver azzerato la Dad negli ultimi mesi, questo era il primo obiettivo del governo. Come ha detto il presidente Draghi l’auspicio di tutti noi è che l’anno prossimo ci siano condizioni epidemiologiche favorevoli, che ci facciano superare anche quest’obbligo».

Il 15 giugno scatterà il «liberi tutti»?
«Terremo le mascherine nei presidi sanitari, mentre sicuramente le toglieremo nei cinema e nei teatri. Quanto ai mezzi di trasporto valuteremo, la Germania ha prorogato l’obbligo a settembre, il Regno Unito invece lo ha tolto».