Speranza: non pensiamo ai nomi, la sfida è troppo seria

Politica e Primo piano

Intervista a Repubblica

di Giovanna Casadio

«Non può essere un nome a far saltare una sfida così importante». Roberto Speranza, segretario di Articolo Uno, ex dem, invita Zingaretti di cui dice «apprezzo il lavoro» a mantenere salda la rotta verso una intesa con i 5 Stelle.

Speranza, si va avanti nel confronto con i 5S. Lei è ottimista?

«Sì, ma con una certa cautela e altrettanta determinazione nell’intraprendere la strada di un’intesa che credo sia utile al Paese. Ma una cosa soprattutto desidero ricordare».

Cosa?

«La nostra non è una posizione improvvisata: è dal 2013, dal tentativo di Bersani, che diciamo che bisogna fare cadere il muro di incomunicabilità tra 5S e centrosinistra. Nel 2013 abbiamo pagato la loro immaturità. Nel 2018 fu Renzi a bloccare un’intesa che avrebbe evitato la saldatura tra Lega e grillini. Questa volta spero si abbia il coraggio di andare fino in fondo».

Anche con un Conte bis?

«Per me la questione fondamentale è la discontinuità. Penso non si possa fare fallire una sfida politica così importante per un nome. Certo è che i 5 Stelle devono finirla con le ambiguità».

L’alleanza giallo-rossa mette del tutto fuorigioco Salvini?

«Il nostro avversario è e sarà sempre la destra. E chi chiede pieni poteri ed è alleato in Europa con la Le Pen e Orbàn. Oggi più che mai serve allargare il campo delle forze democratiche per contrastare le derive nazionaliste».

Come immagina l’intesa?

«Ritengo debba essere basata su due questioni fondamentali. La prima: i temi sociali, il lavoro, la lotta contro le diseguaglianze, l’iniziativa su sanità e scuola pubblica e gli investimenti. La seconda: la rivoluzione verde».

Ci sono provvedimenti che manterrebbe e quali invece cancellerebbe?

«I due decreti sicurezza a partire dalle osservazioni del presidente della Repubblica. È giusto proseguire nella lotta alla povertà a cominciare dallo sforzo fatto dai 5 Stelle, ma modificando tutti i limiti e le disfunzioni che sono emerse».

La sinistra quindi è pronta a questo governo?

«La sinistra è pronta».

Quale è la soddisfazione maggiore per lei se nascerà un esecutivo con i 5 Stelle?

«L’inizio di quel dialogo da noi cercato. E poi che, chi con arroganza chiedeva pieni poteri, dovrà lasciare l’incarico di ministro dell’Interno».

Ma le urne spaventano la sinistra?

«Le urne non devono mai fare paura. Se questo tentativo non dovesse andare in porto allora affronteremo le elezioni per costruire una alternativa alla destra».