Speranza: la destra ci insultava, Lamorgese merita delle scuse

Politica e Primo piano

Intervista al Corriere della Sera

di Alessandra Arachi

Roberto Speranza ha sfidato il governo sull’immigrazione con un tweet: deve chiedere scusa a Luciana Lamorgese. “Già. Non posso non ricordare un anno e mezzo di insulti e di violenze contro una persona perbene come Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno durante quella stagione”.

Anche lei era nello stesso governo, ora è deputato del Pd.

“Ero ministro della Salute, ma mi era impossibile ignorare i tre tweet al giorno di Matteo Salvini contro la ministra Lamorgese. E adesso?”.

Adesso che succede?

“Assistiamo a sbarchi che sono quasi il doppio dell’anno scorso. Mi viene da dire: cosa fanno ora quelli dei tweet e degli insulti?”.

Cosa fanno?

“Hanno realizzato che la realtà sta prendendo il sopravvento sulla propaganda di chi parlava di blocco navale e altre corbellerie. Hanno fatto propaganda sui problemi del Paese, quello dell’immigrazione è certamente uno dei più difficili da gestire. Se ne stanno accorgendo. E il loro impianto strumentale si sta squagliando come neve al sole. Mi faccio una domanda”.

Quale?

“Se oggi all’opposizione ci fossero Salvini e Meloni, quante volte avrebbero chiesto le dimissioni del ministro dell’Interno?”.

Matteo Piantedosi ha invece fatto un appello alla responsabilità sia alle opposizioni sia alla maggioranza.

“Sembra un messaggio rivolto principalmente ai membri della maggioranza. Noi delle opposizioni su questi temi abbiamo sempre avuto un atteggiamento molto costruttivo. E poi c’è un problema evidente nella maggioranza su questo tema”.

Allude a quello che ha detto il ministro leghista Roberto Calderoli?

“Sì, ha detto: era meglio quando c’era Salvini. Vuol dire che dentro al governo non sanno più come fare”.

Il ministro Piantedosi tra l’altro è stato il capo di gabinetto di Salvini al Viminale. 

“Non sanno più come fare e quindi è cominciato lo scaricabarile. Mi aspetto anche un aumento di tensione nel governo sull’immigrazione. Non mi sembra che stiano provando a ragionare per trovare una soluzione vera al problema”.

Quale sarebbe secondo lei?

“Bisogna partire da una condivisione con tutti gli altri paesi europei”.

Ma adesso anche la Polonia e l’Ungheria stanno mettendo i bastoni fra le ruote al governo Meloni, eppure dovrebbero essere alleati. 

“A fare i sovranisti c’è sempre uno più sovranista di te. Questo governo sembra molto in crisi. La propaganda non si è limitata all’immigrazione”.

Cos’altro?

“Il video di Giorgia Meloni sulle accise sulla benzina è diventato virale. Aveva promesso di toglierle. Invece ha tolto perfino lo sconto fatto dal governo di Mario Draghi e la benzina costa 2 euro al litro. Adesso poi arriva il vero banco di prova per il governo”.

La legge di Bilancio?

“Certo. Il ministro Giorgetti è stato chiaro: non ci sono le risorse per tutto. Il governo è a un bivio. Io con tutta la forza che ho ripeterò che la priorità deve essere finanziare il sistema sanitario nazionale. È una richiesta che il Pd sta portando avanti con le altre opposizioni, dopo il salario minimo”.

È un problema che la sta a cuore perché è stato ministro della Salute?

“È un problema che il Paese ci chiede di risolvere. Ho fatto il ministro della Salute durante il Covid e sono riuscito a portare la spesa sanitaria sopra il 7% del pil. Non torniamo indietro, non facciamo che la sanità torni a essere la cenerentola, significherebbe cancellare la lezione del Covid. E per dirla con le parole di papa Francesco, ‘peggio di questa crisi c’è solo il rischio di sprecarla’”.