Speranza: ricostruire il fronte progressista? Azzeriamo e ricostruiamo tutto

Politica e Primo piano

Intervista a La Stampa

di Andrea Carugati

«Il rischio concreto è che le elezioni portino l’Italia in un bipolarismo M5S-centrodestra. Con tutto il fronte progressista fuori dai giochi. La situazione è così grave che impone ai soggetti di questa area di azzerare e ricostruire tutto». Roberto Speranza, deputato di LeU, è il coordinatore di Mdp, il gruppo di sinistra uscito dal Pd più di un anno fa.

In caso di elezioni a breve vede le condizioni per un’alleanza coi dem?

«Sinceramente non mi pare che nel Pd abbiano compreso il messaggio arrivato il 4 marzo dalle urne. Sono ancora imprigionati negli errori degli ultimi anni. Quel progetto, nato dieci anni fa, è fallito. E anche il nostro sforzo è stato insufficiente rispetto alle domande dei cittadini».

Che significa azzerare tutto?

«Se siamo d’accordo sull’analisi del risultato del 4 marzo, si può discutere su una nuova proposta da offrire agli elettori. Su temi come lavoro, precariato, sanità pubblica, redistribuzione serve un rinnovamento radicale. Non basta scrivere una pagina, serve un nuovo libro».

Se il leader della coalizione fosse Gentiloni?

«Domenica sera in tv ha invitato il Pd a interrogarsi sulle ragioni di una sconfitta storica. Condivido. Ma per fare una coalizione il punto non sono le persone, ma la linea politica. E mi pare ormai chiaro che con questa legge i candidati premier sono una finzione: siamo nel proporzionale».

Ora ci sarà un governo di tregua che chiederà i voti in Parlamento.

«Valuteremo con attenzione la proposta del Capo dello Stato. Ma non sommeremo i nostri voti con quelli della Lega o di Forza Italia».

Lei propone di azzerare il centrosinistra. Ma con le urne tra pochi mesi pare una chimera.

«È evidente che le proposte in campo il 4 marzo non hanno funzionato, neppure la nostra. Non siamo in una fase normale, la sinistra va ripensata dalle fondamenta. Altrimenti anche un centrosinistra unito servirebbe a poco».

Vi ripresenterete con il simbolo di Liberi e Uguali?

«Anche LeU deve cambiare profondamente, nelle proposte e nei gruppi dirigenti. Non può restare quella del 4 marzo. Ma abbiamo il dovere di restare fedeli a quel milione e centomila persone che ci hanno votato, di rilanciare».

Nicola Zingaretti potrebbe guidare il centrosinistra?

«Nel Lazio lo abbiamo sostenuto a partire da una condivisione dei temi: sanità pubblica, lotta al precariato. Siamo stati determinanti per la sua vittoria. Ora il punto è la capacità di interpretare le domande di cambiamento e la questione sociale. Il centrosinistra finora ha difeso solo chi sta già bene. Se questo non cambia la discussione tra noi non inizia nemmeno».

Chi guiderà LeU?

«Questo lo vedremo. Bisogna riattivare la partecipazione dal basso, altrimenti non si va lontano. Alle altre forze progressiste dico che farò tutto il possibile per evitare che il Paese finisca in un bipolarismo senza sinistra».

Nel Pd ci sarà un’altra scissione?

«Non è un tema di cui mi occupo, rispetto la discussione che c’è in quel partito. Ma vorrei ricordare che se si torna alle urne a breve Renzi ha precise responsabilità».