Scotto: voti in vendita a trenta euro a Torre del Greco

Politica e Primo piano

Intervista a Repubblica ed. Napoli

di Conchita Sannino

Il “mercato” non ha mai chiuso i battenti. Oggi un voto vale “30 euro”. Ma “sono 50” per chi procaccia gli elettori. Il pagamento si consuma anche “in pacchi alimentari o buoni spesa”. Torna l’allarme a Torre del Greco. Non solo voci.

A poche ore dall’apertura delle urne, nel più grande tra gli 84 comuni della Campania chiamati da domani alle amministrative, alcuni cittadini segnalano di essere stati avvicinati da personaggi in corsa con Ciro Borriello, il candidato sindaco di centrodestra – per altre vicende attualmente sotto processo, in primo grado, per corruzione – che deve evidentemente essere considerato estraneo a queste ultime dinamiche. I contatti sarebbero avvenuti nei giorni scorsi in zona Corso Umberto, centro storico. Ad aver raccolto testimonianze, per ora non ancora trasferite all’autorità giudiziaria, è il deputato Arturo Scotto, già Articolo Uno, nato proprio a Torre, eletto col Pd alle ultime Politiche: oggi al fianco di Luigi Mennella, candidato sindaco dei progressisti (i dem con 5S, Sinistra, Verdi).

Deputato Scotto, lei ha ricevuto denunce da chi? Quando?

“Prima delle denunce, i fatti. La magistratura ha già detto alcune cose. Ad esempio c’è Mario Buono, arrestato per voto di scambio nell’aprile 2021 – oggi sotto processo che si è candidato nella lista civica di Borriello. Oppure abbiamo il caso di Stefano Abilitato, eletto nel 2018 e poi condannato a 2 anni e 10 mesi per voto di scambio…”.

Quest’ultimo non è candidato, ma c’è sua moglie legittimamente a correre come consigliere.

“Infatti, è legittimo: ma la città è stata tappezzata di manifesti di questa coniuge, con tanto di indicazione “detta Abilitato”, candidata sempre con Borriello, in Torre Futura. Mi pare un chiaro messaggio di sfida allo Stato e ai cittadini onesti”.

Veniamo a ciò che ha raccolto. Perché ritiene fondate le accuse?

“Sono testimonianze dirette di elettori avvicinati da terzi, zona Corso Umberto, rione difficile. Ho sentito con le mie orecchie. Mi parlano anche di un “comitato” sito in una nota salumeria”

Siamo ancora all’antico metodo laurino: la spesa, la pasta?

“Non solo. Oltre alle buste della spesa – che sono il minimo sindacale – c’è un sistema sofisticato di trasferimento di danaro. Siccome vicino ai seggi è possibile che ci saranno telecamere o forze dell’ordine, ora tutto avviene in due tempi, rigorosamente in house”.

Può spiegare?

“C’è chi è addetto a procacciare elettori con tanto di elenchi dei seggi – mi segnalano in particolare alcune sezioni della scuola Giovanni Mazza e l’Istituto Ipam – e chi paga a voto avvenuto con tanto di foto sul telefonino del voto. Avendo acquisito l’elenco dei seggi preventivamente, il controllo del voto passa prima attraverso questa prima fase di brokeraggio che è decisiva, poi la persona che ha avvicinato questi elettori ha chiarito che si sarebbero visti dopo per il passaggio di denaro”.

Quali sarebbero i prezzi?

“Sono 30 euro per chi vende il voto… (evidentemente senza rivalutazione in base al tasso di inflazione) e 50 per il broker che procaccia 4 elettori”.

Se il contesto è così inquinato, sicuro che questi rischi si corrano solo da un lato ?

“Parlo di cose che ho ascoltato con le mie orecchie, sto battendo palmo a palmo la città. La coalizione progressista di Luigi Mennella ha preteso i carichi pendenti, oltre al casellario giudiziario che è previsto per legge. Gli altri non possono dire lo stesso. A quel mondo abbiamo chiuso la porta con tripla serratura”.

Però Fdi non ha dato il suo simbolo. Segno di una impraticabilità riconosciuta.

“Fratelli D’Italia si è tolta dall’imbarazzo nazionale. Ma è un’operazione solo comunicativa: in realtà il segretario cittadino di Fdi Luca Alini si è candidato nella lista “Insieme per la città” coalizzata con Borriello. Di cosa stiamo parlando? La destra c’è dentro fino al collo”.

Quando invierà una denuncia circostanziata a prefetto e Procura?

“Farò tutto quello che è necessario. Intanto il ministro Piantedosi si è ben guardato dal rispondere a una mia interrogazione, inviata tre settimane fa. E ho allertato il prefetto: le immagini del 2018 documentate da Repubblica e Fanpage con inchieste sono un’onta da evitare. Mi aspetto che nei seggi più delicati ci sia una mobilitazione vera delle forze dell’ordine. Ma noi fino in fondo faremo la nostra parte”.