Scotto: così riparto da Napoli per toccare con mano la crisi e le risorse civiche

Politica e Primo piano

Intervista al Mattino

di Adolfo Pappalardo

Un uomo pubblico come il sindaco di Napoli ha il dovere di dire per chi vota. Sono elezioni politiche, non di quartiere…». Arturo Scotto, deputato uscente di Mdp, prova a stanare il sindaco di Napoli dalla Sanità dove, ieri, è iniziato il suo tour in compagnia di Roberto Speranza, collega uscito dal Pd ed ora con lui in Liberi e Uguali, la formazione guidata dall’ex presidente del Senato Grasso.

Onorevole Scotto, De Magistris dice che si terrà fuori da queste elezioni.

«Così ha detto. Ma io mi pongo una domanda: se si dichiara esplicitamente di sinistra come può rimanere neutrale rispetto al Pd?».

Beh, il Pd gli sta dando una mano a partire da Bagnoli. E il ministro De Vincenti che l’ha rimesso in pista sul progetto di riqualificazione potrebbe candidarsi proprio a Napoli. Non è che il sindaco ha stretto un patto di desistenza?

«Una cosa è la collaborazione istituzionale che noi abbiamo sempre auspicato e che abbiamo contribuito con la norme su Bagnoli e Salvanapoli, altra cosa è il giudizio politico che va espresso su 5 anni del governo del Pd. Un solo dato, quello della Svimez: gli investimenti in conto capitale nel Mezzogiorno sono ora fermi al 20 per cento circa del totale nazionale, una percentuale ridicola. Non vedo questa grande difesa del Sud di De Vincenti».

Quindi?

«Parliamo di politiche, non di elezioni di quartiere e un uomo pubblico come il sindaco di Napoli ha il dovere di dire per chi vota».

Intanto è previsto un rimpasto nella giunta di palazzo San Giacomo.

«Il sindaco ha parlato di calo di tensione adrenalinica. Vero. Ma è necessaria una svolta nella squadra di governo, richiamando le migliori energie della città a partecipare, incidere e decidere. Non si perda tempo. Serve guardare in faccia le difficoltà, i limiti, le insufficienze dell’azione amministrativa, insieme allo sforzo, difficile e generoso, compiuto in questi anni. Urge una riflessione strategica sul futuro della città, di medio lungo periodo».

Anche nel breve periodo: prenda i trasporti.

«È la vera e prima emergenza di questa città. Ed è la prima volta che non circolano mezzi pubblici in una città invasa dei turisti. Non è solo una vertenza di lavoro ma una violenza del più elementare diritto democratico: la mobilità».

Prima Grillo, poi Renzi per chiudere le Europee: tutti scelgono la Sanità per i tour elettorali ma poi la tappa viene presto dimenticata.

«Abbiamo cominciato qui ma non è turismo elettorale. Cominciare da qui significa entrare senza mediazioni nelle viscere della crisi che attraversa ancora il paese e significa toccare con mano le tante esperienze civili, imprenditoriali e associative che sono l’unica strada per uscire dalla crisi. Le ho conosciute e le ho apprezzate in questi anni. Questo è il luogo di Eduardo ma è anche il quartiere dove Giorgio Amendola concludeva le sue campagne elettorali».

Intanto il quartiere è scosso da episodi drammatici.

«La vicenda di Arturo è emblematica di questa urgenza. Ho avuto un lungo incontro con Maria Luisa Iavarone, che va ringraziata per la dignità e la compostezza e la determinazione con cui sta affrontando questo dramma. C’è, sotto la patina del folclore, una città in guerra. Questa guerra sta coinvolgendo soprattutto le giovani generazioni, più esposte alle insicurezze del nostro tempo. Da una parte le babygang, manipoli di giovani disposti a tutto, anche attraverso macabre ritualità, pur di affermare il controllo del territorio. Dall’altra la stragrande maggioranza della città, che studia, che lavora, che crea. Dobbiamo difenderla».

Come? Dopotutto voi siete in maggioranza in Comune.

«È indispensabile, anzitutto, che il sindaco promuova un confronto con le con principali forze sociali della città, con i corpi intermedi, con il mondo della cultura e delle professioni, con associazioni e movimenti. A partire da due questioni: la lotta alla dispersione scolastica e più in generale il funzionamento della scuola, e la sicurezza. Sono indispensabili nuove sinergie tra istituzioni. Ha ragione il sindaco quando lamenta che in concreto c’è poca roba, in una fase di risorse già scarse. Ho concluso questa legislatura con l’emendamento che consente al comune di Napoli, finalmente, una maggiore flessibilità nella gestione del proprio bilancio e di evitare il dissesto. Si tratta di una svolta importante, attesa da tempo, una opportunità da non sprecare».

E la Regione? Il governatore De Luca rivendica una crescita del Pil.

«Leggo sue dichiarazioni trionfalistiche sulla nostra regione uscita finalmente dalla crisi eppure basterebbe farsi un giro sulle vertenze aperte e i mille tavoli di crisi, dalla grande distribuzione all’impresa metalmeccanica classica, alla drammatica emergenza degli ammortizzatori sociali».