Rossi: con questa autonomia si sfascia il paese per fondare staterelli egoisti

Politica e Primo piano

Intervista a Repubblica

di Ernesto Ferrara

«La Toscana aveva presentato la richiesta di un regionalismo cooperativo, che prevedesse un’autonomia ben temperata su questioni come territorio e ambiente. Qui invece mi pare che si voglia spezzare il Paese in maniera egoista: qualcuno vuole creare piccoli staterelli sfasciando l’architettura istituzionale», sostiene il presidente della Toscana Enrico Rossi, ex LeU, firmatario di Siamo Europei.

Presidente, cosa la spinge a una posizione così dura?

«Questa insopportabile fuga in avanti. Siamo di fronte a una forzatura politica. I presidenti di Lombardia e Veneto parlano di accordo storico, ne fanno una sorta di giudizio di Dio. Ma è pericolosissimo procedere così su una materia del genere. Dopo il referendum del 2016 sarebbe stato giusto fermarsi e ripensare i rapporti tra Stato e Regioni».

E invece?

«Invece siamo a trattative che avvengono nella segretezza e a fare da garante c’è una ministra, Erika Stefani, ex amministratrice in Veneto. Per non parlare di Zaia che dice che il Parlamento non deve metterci bocca».

Quali sono le sue contrarietà di merito all’accordo?

«Leggo di 23 materie di discussione. Addirittura la scuola, i contratti del personale sanitario, le infrastrutture, le concessioni idroelettriche. Ma stiamo scherzando? Così si rompe l’unità nazionale. Qui si calpesta l’articolo 116 della Costituzione che parla di forme di autonomia, non teorizza vie per creare nuovi staterelli. Sembra quasi che ci sia una volontà da parte del Lombardo Veneto di staccarsi verso la Mitteleuropa, un rigurgito preunitario. Ma siamo certi che la ricerca scientifica la può gestire una Regione? Almeno in sanità ci sono i livelli minimi essenziali ma su nidi, trasporti e servizi sociali ognuno fa da sé?».

E la quota di tasse alle Regioni la convince?

«No anzi, è la strada con cui si procede a spezzare il Paese. Se si parla di finanziamenti tramite la compartecipazione alle imposte si introduce un’idea secondo cui non un territorio dello stesso Stato è finanziato sottraendo risorse ad altri territori. Si rischia la secessione dei ricchi, si rischia di armare il Sud contro il Nord. L’Italia non può mostrarsi con un vestito a toppe come Arlecchino. Per di più tutto appare ispirato da uno scambio tra le forze al governo».

Che scambio?

«L’autonomia al Nord e alla Lega, il reddito di cittadinanza al Sud e ai 5 Stelle. Non c’è un progetto per il Paese. È un contratto e ognuno guarda a sé. Il reddito di cittadinanza va preso sul serio, intendiamoci. Ma un Paese così è destinato a sfaldarsi».

Quali competenze conteneva il modello dell’autonomia alla toscana?

«Ambiente, paesaggio. Formazione, centri per l’impiego. Sicurezza sui luoghi di lavoro. Avevamo chiesto anche la gestione dell’accoglienza dei profughi ma contro quella Salvini ha subito tuonato perché evidentemente deve continuare a lucrare voti su questo argomento. Non vogliamo le Soprintendenze e i musei ma un principio di sussidiarietà e collaborazione tramite intese trasparenti».

C’è anche l’Emilia Romagna di Bonaccini, Pd, a trattare col governo. La irrita?

«Noi facemmo presente a Bonaccini che era preferibile presentare una proposta unitaria di applicazione dell’articolo 116. Siamo ancora in tempo. Parlerò con gli altri presidenti. Dovremo riservarci di prendere tutte le iniziative per evitare questo strappo».