L’altro Conte, papà del lodo: sono onorato di averli convinti

Politica e Primo piano

Intervista a Il Corriere della Sera

di Marco Galluzzo

Federico Conte, 47 anni, avvocato penalista, deputato di LeU, figlio dell’ex ministro socialista Carmelo Conte, è particolarmente «orgoglioso» di aver contribuito con una sua proposta al cosiddetto «lodo Conte bis» sulla prescrizione.

Quindi il lodo porta il suo nome, non quello del premier Conte?

«C’era un tavolo, è venuta fuori una mia proposta che è stata condivisa da quasi tutti, ma è comunque una decisione collegiale. Diciamo che c’è stata un’ulteriore mediazione, per me è un onore aver contribuito, e una soddisfazione aver convinto per primo il Pd e poi lo stesso ministro Bonafede».

Il suo lodo finirà nel decreto Milleproroghe?

«Questo è l’orientamento, mi pare di capire, ma non è detto che ci sia solo questa strada. Il percorso si incrocia anche con quello del dl Costa, questo lodo fra l’altro richiama la legge Orlando che per prima ha introdotto la distinzione fra condannati e assolti».

Come finirà?

«Spero che Italia viva torni al tavolo, magari per migliorare anche le correzioni attuali, ma la cosa più importante è la riforma complessiva del processo penale, perché l’obiettivo principale è ridurre i tempi attuali per rendere più efficiente il procedimento, a quel punto la stessa prescrizione ritornerebbe elemento secondario».

Gli aspetti salienti della riforma?

«Sicuramente almeno due cose: l’aumento dei riti alternativi che hanno un effetto deflattivo e la notifica telematica».