Laforgia: Pd-Alfano è trasformismo, ma su Gori si può parlare

Politica e Primo piano

Intervista a la Repubblica

di Giovanna Casadio

«In Sicilia il Pd vorrebbe fare il centrosinistra con pezzi di centrodestra e questo si chiama trasformismo. Ma per le regionali lombarde se ci sono primarie e si allarga alla sinistra, allora Mdp ci sarà». Francesco Laforgia, il capogruppo dei demoprogressisti a Montecitorio, parla di alleanze. E su Giuliano Pisapia, partner nella costruzione del nuovo partito della sinistra, con cui ci sono state divergenze sul “caso Sicilia”, dice: «Il progetto del partito della sinistra va avanti. Giuliano sarà il leader? Come lui ci ha insegnato prima viene la politica e poi i nomi».

Laforgia, il Pd vi accusa di avere un solo obiettivo strategico: danneggiare Renzi.

«Il Pd è reduce da una lunga sequenza di sconfitte e anziché interrogarsi sulle ragioni di quella disconnessione sentimentale con il paese, si sta preoccupando dell’unica carta che gli resta: il voto utile. Ma le destre vincono non perché noi non ci alleiamo con Alfano in Sicilia, ma quando si tenta di asciugare il populismo con altro populismo. Penso allo slogan sulla riduzione dei politici del referendum costituzionale, all'”aiutiamoli a casa loro” sui migranti. Così non guidi il paese ma lisci il pelo delle sue inquietudini».

Mentre con Pisapia il Pd ritiene di potere dialogare, voi ex dem siete giudicati inaffidabili?

«Il Pd ha tentato di derubricare la nostra operazione a scissione di un pezzo di ceto politico rancoroso. Da quando ha capito che stiamo costituendo una possibilità per milioni di elettori di sinistra senza casa ha cercato di dividere il nostro campo, ma senza successo».

Beh, con Pisapia sono più le opinioni diverse che quelle comuni.

«La politica di radicalità ci accomuna, nella proposta sull’articolo 18, su ambiente, tassazione progressiva, lotta alle disuguaglianze e nel percorso di un’assemblea costituente. Il progetto va avanti».

Siete ancora disposti ad affidare a Pisapia la leadership?

«Prima dei nomi viene la politica. Ce l’ha insegnato Giuliano. All’assemblea di ottobre saranno i militanti ad essere interpellati su volti e idee. Non possiamo costruire nulla dall’alto».

Sicilia. Le divisioni sono un vero e proprio harakiri del centrosinistra, non crede?

«Se vuoi fare il centrosinistra con esponenti del centrodestra puoi anche chiamarla civica ma è un’alleanza irricevibile: è trasformismo. Mai con Alfano è un dato di coerenza politica. Noi puntiamo su Fava».

E in Lombardia per le regionali appoggereste Gori, il sindaco di Bergamo che sembra destinato a candidarsi per il centrosinistra?

«È un errore che Gori si schieri a favore del referendum-farsa sull’autonomia di Maroni. Però se si discute di primarie e si allarga la coalizione alla sinistra, noi ci siamo».