Guerra: l’accordo sulla riforma fiscale non contempla l’equità

Politica e Primo piano

Colloquio con Il Sole 24 Ore

di Marco Mobili

L’accordo tra maggioranza e Governo per far ripartire l’esame in Parlamento della riforma fiscale «non contempla l’equità», spiega a «Il Sole 24 Ore» la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra, all’indomani dell’annuncio che LeU non voterà l’articolo 2 della delega come riscritto a Palazzo Chigi (si veda «Il Sole» di ieri).

Per LeU e la Guerra «il principio dell’equità orizzontale, che siamo riusciti a introdurre nella delega, dovrebbe rappresentare la base di partenza per distribuire il prelievo: a parità di reddito, un sistema equo dovrebbe chiedere il pagamento di una stessa imposta a prescindere dalla natura di quel reddito». In sostanza, aggiunge la Guerra, «con questo principio si eviterebbero le attuali sperequazioni che vedono un lavoratore dipendente con un reddito imponibile di 35mila euro pagare 2.500 euro in più, e un pensionato 3.400 euro in più rispetto a un lavoratore autonomo con lo stesso reddito. Per non parlare di un agricoltore che gode della piena esenzione».

Nonostante questo la sottosegretaria precisa che «l’accordo terrà anche in Parlamento». In fondo ogni partito può dire di aver strappato al Governo la sua bandierina e il suo ritorno elettorale. Ma per la Guerra l’articolo 2, con l’addio definitivo al sistema duale proposto dal Ddl del Governo, che avrebbe ridotto le diseguaglianze introducendo una netta separazione tra redditi di lavoro e pensioni tassati progressivamente e redditi di capitali con un prelievo proporzionale ma omogeneo, «non si può votare».

«Non è la prima volta, è già successo che una parte della maggioranza si sia sfilata dal voto favorevole su un aspetto di un accordo», precisa la Guerra. «La nuova formulazione che approderà in commissione Finanze il 13 giugno, contraddice anche l’indirizzo emerso dal lavoro delle commissioni di Camera e Senato, secondo cui il ricorso al duale avrebbe dovuto eliminare le troppe frammentazioni e i tanti regimi fiscali agevolati o sostitutivi che oggi creano “asistematicità, diseguaglianza, inefficienza, disincentivi al lavoro”. Le mediazioni politiche hanno prima reintrodotto il sistema forfettario, poi lo scivolo per un’uscita progressiva da questa flat tax fino a prevedere aliquote diversificate per i redditi di capitale, con l’approdo finale nell’accordo sottoscritto a Chigi di cancellare del tutto il sistema duale e cristallizzare così un sistema inefficiente e intriso di disuguaglianze, che più che un passo in avanti, ne fa uno indietro».

L’accordo ha su altri punti aspetti positivi, compresa la riforma del catasto. Fra quelli che LeU rivendica con forza c’è senz’altro la lotta al sommerso. «Nelle proposte dei gruppi parlamentari, diversi da LeU e Pd, la lotta all’evasione era del tutto assente. «Ora – spiega la Guerra – siamo riusciti a rafforzare la parte della delega fiscale sul contrasto all’evasione inserendo la possibilità per l’amministrazione finanziaria di utilizzare i più moderni strumenti per l’analisi del rischio, anche con il ricorso all’intelligenza artificiale».

La lotta all’evasione potrà contribuire a recuperare le risorse necessarie a ridurre il carico fiscale sul lavoro e sui redditi più bassi e medi. E allo stesso tempo si potranno trovare le risorse, «oggi del tutto assenti», per il superamento dell’Irap richiesto da tanti gruppi parlamentari e indicato dalla delega. «LeU ha ottenuto di prevedere che ogni intervento di riduzione dell’imposta regionale non possa trasformarsi in aggravi sui redditi da lavoro o da pensione, che sono oggi esclusi da questo prelievo».

In caso di avvio del cash back fiscale, con i rimborsi diretti in conto corrente, la sottosegretaria rivendica a LeU l’introduzione di una clausola specifica: «la priorità dovrà essere riservata alle detrazioni di natura socio sanitaria».

Sull’ingorgo delle scadenze e le semplificazioni, infine, la Guerra ricorda che un ruolo importante lo ha giocato l’emergenza sanitaria e che comunque gli strumenti digitali di contrasto all’evasione come l’e-fattura, nonché le dichiarazioni precompilate, «rappresentano un efficace volano per ridurre, come previsto anche dalla delega, sia gli obblighi di versamento e dichiarazione sia i cosiddetti costi da adempimento» .