Fornaro: via le liste bloccate, hanno fallito. Ora avanti col proporzionale

Politica e Primo piano

Intervista a Il Fatto quotidiano

di Tommaso Rodano

Federico Fornaro è probabilmente il maggior esperto di sistemi elettorali in Parlamento. Ce la farete, finalmente, ad approvare una legge senza liste bloccate? 

Condivido la campagna del Fatto per il superamento delle liste bloccate e per un sistema più vicino alla volontà degli elettori. Attenzione però: il pensiero comune che fa coincidere la fine delle liste bloccate con l’introduzione delle preferenze rischia di essere una trappola.

Senza preferenze come si restituisce la voce agli elettori?

Ci sarebbero altre soluzioni, come il collegio uninominale proporzionale (utilizzato per il Senato fino al 1992).

Uninominale e proporzionale non sono una contraddizione in termini?

Funziona così: si divide il territorio in collegi uninominali. I seggi sono attribuiti con metodo proporzionale sull’intero territorio. Poi all’interno di ogni lista vengono eletti i candidati che hanno ottenuto la miglior percentuale di voti nel collegio. Può essere una soluzione da valutare.

Perché le preferenze non la convincono?

Sono da maneggiare con cura. Intanto perché circoscrizioni elettorali grandi richiedono campagne elettorali molto costose, favorendo i più ricchi o incoraggiando raccolte fondi aggressive e compromettenti. Poi c’è un dato di fatto: non sempre il voto di preferenza premia i candidati più competenti.

Un sistema perfetto non esiste.

Le liste bloccate sono state un’occasione perduta, si usano senza problemi in Germania o Spagna. Ma in Italia, in molti casi, sono servite a premiare i più fedeli alle segreterie di partito, mentre in Parlamento c’è bisogno anche di competenze.

Il testo base è il cosiddetto “Brescellum”. 

L’accordo di maggioranza è su una scelta di fondo: il proporzionale.

Nel “Brescellum”, oltre alle preferenze, c’è pure lo sbarramento al 5%. 

Per me è una soglia eccessiva, rischia di cancellare il voto di un milione e mezzo di elettori.

È il veto opportunistico dei piccoli partiti…

Credo di essere a posto con la mia coscienza (ride). E ho scritto un emendamento per fissare la soglia al 4%, una cifra ragionevole e adeguata.

Il proporzionale è ideale per la maggioranza, visto che non avete il coraggio di diventare un’alleanza organica. 

Il M5S è dichiaratamente contro il maggioritario, in effetti il proporzionale premia chi non vuole definire la coalizione prima del voto. Però la sfida riguarda tutti. Con il proporzionale, per esempio, Forza Italia potrebbe sottrarsi alla collocazione nel centrodestra e riprendersi una sua autonomia. E con questa soglia di sbarramento si aprirebbe un dibattito anche tra noi a sinistra.

Dovrete decidere se rientrare nel Pd. 

Più che rientrare, dovremo capire se c’è la possibilità di riunire il campo del centrosinistra in un partito più grande. Oppure un partito alla sinistra del Pd.

Quali sono i tempi per la nuova legge?

Dipende molto dalle opposizioni, ma potremmo portare il testo in Aula entro metà novembre.

A che punto sono i “correttivi” della legge Fornaro per riequilibrare il sistema dopo il taglio dei parlamentari?

Anche qui pesano le opposizioni, che hanno presentato 850 emendamenti. Se l’ostruzionismo cessa, la discuteremo entro due settimane.