Documenti: Speranza, il Dl Salvini è anticostituzionale e ci riporta al Medioevo

Politica e Primo piano

Intervento in Aula di Roberto Speranza sulla pregiudiziale di costituzionalità presentata dal gruppo Liberi e Uguali

Presidente, onorevoli colleghi, ci sono ragioni molto profonde di incostituzionalità del testo che ci viene proposto, questo decreto-legge “sicurezza” o decreto-legge “Salvini”, come viene raccontato al Paese. Permettetemi subito di dire con chiarezza che forse le parole che ho appena pronunciato sono anche un po’ deboli, perché dentro questo testo – e peso una per una le parole che pronuncio – c’è una vera e propria negazione dei valori fondamentali della nostra Carta costituzionale, a partire dai principi espressi nei primissimi articoli. Qui si stanno stravolgendo i fondamentali della nostra civiltà giuridica, e negando diritti inviolabili dell’uomo, violando il principio di eguaglianza tra i cittadini. Il tutto avviene, Presidente, con una filosofia di fondo su cui verrò, che considera l’immigrazione, un grande fenomeno di questo tempo, esclusivamente come un tema securitario.

E, allora, il punto cardine della proposta che viene portata consiste nell’eliminare il permesso di soggiorno per motivi umanitari e sostanzialmente per togliere dal nostro ordinamento ogni forma di protezione umanitaria, come invece avviene nella stragrande maggioranza dei Paesi europei. Così si stravolge sostanzialmente l’impianto costituzionale e giuridico del nostro Paese e c’è la conseguenza concreta e pratica di accrescere la marginalità, l’irregolarità dei migranti e la propensione a delinquere da parte di chi si sentirà abbandonato. A questo si aggiunge – e lo dico solo in un istante – lo smantellamento sostanziale del sistema SPRAR, che era l’unico in grado di favorire una vera integrazione. Non voglio usare mezzi termini: si tratta di un vero e proprio disastro.

Ora voglio ricordare all’Aula – non solo ai deputati della minoranza ma anche a quelli della maggioranza – gli articoli fondamentali della nostra Costituzione che vengono testualmente violentati da questa proposta di legge: l’articolo 2 – ricordatelo -, un articolo importante del nostro Paese e della storia di tutti: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Questo articolo è frutto di un lungo dibattito e in quel lungo dibattito si scelse la parola “uomo”, né “italiano” né “straniero”, ma la parola “uomo”; e questo è il messaggio di fondo e la grandezza della nostra Carta costituzionale, figlia delle grandi culture politiche del Novecento. La matrice cattolica, la matrice socialista, la matrice liberale riconoscevano nell’uomo diritti inviolabili che, invece, qui si vogliono negare.

E, ancora, l’articolo 3 della nostra Costituzione, un articolo potente, bellissimo, un programma di progetto, di visione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Che forza in queste parole.

Eppure, nel testo che stiamo discutendo dell’articolo 3 viene fatta carta straccia. Lo straniero non è uguale; è un uomo, ma di rango inferiore. È considerato un pericoloso nemico e voi, così facendo, volete solo alimentare paure per un tornaconto elettorale piccolo piccolo, che porterà, però, il Paese a sbattere, perché così si pregiudica la coesione sociale di un’Italia di oggi che già esiste, perché in questo Paese vivono 5 milioni di stranieri, 5 milioni di nuovi italiani, di cui circa 850 mila sono esattamente nelle classi dei nostri istituti con i nostri figli e vivono ogni giorno quella dimensione. E con questo provvedimento invece che rimuovere gli ostacoli, come dice la nostra Costituzione, ne alzate di nuovi e rendete tutto più difficile.

E ancora, cari colleghi, l’articolo 10 della nostra Costituzione: “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. E qui viene la lettera, già citata, del Presidente Mattarella, che, in modo molto opportuno, ha voluto segnalare la debolezza del provvedimento su questo tema.

È evidente che il diritto di asilo è fortemente indebolito e che si negano i principali accordi internazionali a cui l’Italia è legata. E anche qui l’articolo 117 della Costituzione è molto chiaro e dice che la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle regioni ma nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Anche qui permettetemi di dirlo: dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino fino alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali fin ancora alla Convenzione di Ginevra, noi siamo su un terreno totalmente opposto rispetto al vostro provvedimento.

Si legga, per esempio, l’articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali: “Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare (…)”; o si legga, per esempio, l’importante articolo 31 della Convenzione di Ginevra: “Gli Stati contraenti non prenderanno sanzioni penali, a motivo della loro entrata o del loro soggiorno illegali, contro rifugiati che giungono direttamente da un territorio in cui la loro vita e la loro libertà erano minacciate (…), per quanto si presentino senza indugio alle autorità e giustifichino con motivi validi la loro entrata o il loro soggiorno irregolari”. E ancora, Presidente, l’articolo 13 della nostra Costituzione (ne è fatto anche qui carta straccia): “La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa alcuna forma di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria (…)”. E anche qui che cosa dice, invece, il “decreto Salvini” tanto sbandierato? “Trattenimento di trenta giorni per l’identificazione” e questi trenta giorni si possono estendere a 180 giorni. Io penso che sia una violazione inaccettabile, soprattutto se si considera che nessuna autorità giudiziaria deve confermare il fermo. C’è una violazione terrificante dell’articolo 13 della nostra Costituzione. Infatti, un cittadino italiano può essere fermato per l’identificazione per 24 ore; qui si può fermarlo, invece, per 30 giorni, estensibili a 180. Stiamo calpestando le norme fondamentali del nostro diritto.

E, ancora, c’è l’articolo 27 della nostra Costituzione. È un articolo bellissimo, una conquista di civiltà giuridica straordinaria. È l’articolo che riconosce la presunzione di innocenza delle persone: “La responsabilità penale è personale. L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. E anche in questo caso l’articolo si ferma dinanzi allo straniero, perché per lo straniero non c’è la presunzione di innocenza ma c’è la presunzione di colpevolezza. Tutto per indicare un nemico facile, un nemico facile da dare in pasto ad un’opinione pubblica che chiede risposte per una crisi sociale che c’è, ma così si dà solo una finta risposta.

Si nega anche l’articolo 77 perché non ci sono presupposti di urgenza. Il collega Ceccanti ha già detto sulle materie della sentenza della Corte costituzionale n. 22 del 2012. Io voglio dire solo un’ultima cosa, e concludo. Lo dico a testa alta e a voce alta, in un tempo in cui sembra che questi temi siano diventati minoranza rispetto ad un’egemonia nel Paese di un pensiero che va da tutt’altra parte. Tuttavia, lo dico con forza, perché penso che proprio in questi tempi bisogna avere il coraggio di difendere le proprie idee e i propri valori fondamentali. Io lo dico attraverso lei, Presidente, a tutto il Governo qui rappresentato: con questo provvedimento voi state riportando l’Italia al Medioevo, state violentando gli avanzamenti di civiltà e di progresso della nostra Costituzione. Oggi avete i numeri in Parlamento ma noi non ci arrenderemo e molto presto nel Paese le cose cambieranno.