Bugani: il Pd come una squadra in fondo alla classifica, serve una scintilla

Politica e Primo piano

Intervista a Repubblica Bologna

di Eleonora Capelli

Assessore Massimo Bugani, lei era nel M5S ed è passato ad Articolo Uno, ha deciso di partecipare alla fase costituente del Pd?

Tutta la comunità di Articolo Uno è impegnata in questa costituente, a partire dal nostro segretario Roberto Speranza che è addirittura garante del percorso. Credo che non si possa stare a guardare, le sinistre sono in crisi anche in Europa e se non si fa uno sforzo ora si finirà per essere tutti complici delle destre retrograde e anacronistiche.

Come giudica questo periodo, tra il crollo nei sondaggi del Pd e l’esigenza di organizzare l’opposizione?

Il Pd mi ricorda quelle squadre che finiscono in fondo alla classifica ma continuano a mantenere lo stesso allenatore e gli stessi dirigenti. Sui giornali parte il totonomi per il successore, ma le persone non vanno mai allo stadio in quei momenti. Comunque io non la vedo come una questione interna al Pd, questa crisi della politica e la disaffezione dei cittadini sono un problema più grande e generalizzato.

Cosa servirebbe per invertire la tendenza?

Una scintilla per far partire un movimento culturale, una rinascita di valori e intelligenza in cui le persone possano riconoscersi. È stato sempre così nella storia, dopo ogni momenti buio è nato qualcosa che sapesse emozionare le persone. L’ultimo esempio che abbiamo è quello del dopoguerra in cui le persone migliori si sono messe insieme per ricostruire con coraggio e pazienza. Oggi siamo davanti a un governo di destra che premia i ricchi con una tassazione iniqua, che premia la malavita e la corruzione bloccando le intercettazioni, che se ne frega dell’ambiente, che indietreggia sui diritti civili, che non difende la scuola e la sanità pubblica. Io credo che questo rappresenti la migliore condizione possibile per far nascere un’onda di popolo umana, solidale e progressista. Perdere questa occasione sarebbe da sciocchi o da egoisti.

Ha deciso chi sosterrà tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini?

Come comunità di Articolo Uno abbiamo deciso di partecipare con forza e con passione al percorso, ma aspetteremo i programmi e gli obiettivi scritti nero su bianco per esprimere la nostra preferenza. Adesso bisogna ascoltare i cittadini e gli iscritti, e io mi auguro che si voglia costruire una piattaforma digitale per renderli protagonisti e dar loro la possibilità di esprimersi su varie tematiche.

Lei è stato un uomo di primo piano nel Movimento 5 Stelle, crede ancora oggi alla necessità di un’alleanza?

L’isolamento del M5S in questo momento mi sembra davvero surreale. Voglio fare un esempio che conosco bene: nel 2018 a Bologna avevamo il 25% dei voti in città ma eravamo soli all’opposizione e delle nostre proposte non è mai passato nulla. Una grande frustrazione. Per incidere in politica bisogna fare accordi e bisogna prendersi la responsabilità di governare anche se. questo riduce le proprie percentuali e l’aura magica che sempre circonda i barricaderi. Come diceva Berlinguer “ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”.

Pensa che Bologna possa essere ancora un modello anche per il centrosinistra nazionale?

Penso che Bologna dovrebbe essere studiata con molta più attenzione. È attraverso il dialogo e la contaminazione costante che abbiamo costruito questa coalizione di governo. Il salario minimo, il reddito di cittadinanza, la spazzacorrotti, l’innovazione digitale, la tutela dei diritti e la tutela dell’ambiente possono essere il futuro dell’Italia se Appendino, Patuanelli, Fico, Lepore, Schlein, Bersani e Bonaccini lavorano insieme. Se restano divisi, godono solo la Meloni e le destre.