Bersani: Prodi sbaglia, Gentiloni è una sfumatura del renzismo

Politica e Primo piano

Intervista al Corriere della Sera

di Monica Guerzoni

«Noi siamo messi meglio di quel che si dice».

Pier Luigi Bersani, Liberi e uguali non viaggia al di sotto delle aspettative?

«No, ci sono pezzi di Italia dove i sondaggi non arrivano. Le tv oscurano la campagna di Leu, ma nelle sale c’è sempre più gente che sedie, gente normale che ha dei problemi. Registreremo un buon risultato, come al referendum».

Renzi vi accusa di favorire la vittoria di Salvini.

«È ora di smetterla, uno che fa affermazioni del genere è un imbroglione. Hanno voluto testardamente un sistema in gran parte proporzionale e adesso non possono parlare di voto utile mascherandolo da maggioritario. Non c’è aria per questi trucchetti».

Il Pd prenderà una botta?

«Sì, il grande popolo che fu del centrosinistra è largamente diviso, stiamo cercando di recuperarlo noi. Con l’aria che tira, fronteggiare la destra senza mettere in campo le energie disperse dal Pd è pura illusione».

Prodi che vota Insieme e sostiene il Gentiloni bis, è un compagno che sbaglia?

«Credo che il termometro di Romano non misuri bene la temperatura. Insieme è una sfumatura del Pd, Gentiloni è una sfumatura del renzismo. Ma non tira aria di sfumature, se si misura la temperatura del Paese».

Con Gentiloni il vostro no al dialogo cambierebbe?

«Più di mettere otto voti di fiducia sulla legge elettorale, cosa deve fare Gentiloni per testimoniare il renzismo? Non bastano i tratti di carattere. Risposte che espungono la questione sociale, come Insieme o la Bonino, lasciano un varco alle destre. È nel disagio che sta montando una destra regressiva, se non si va lì con delle proposte si apre una questione democratica».

La democrazia è a rischio?

«Se Forza Nuova entra nei consigli comunali e Casa Pound prende l’8% a Lucca, è ora di capire che c’è un problema. Se ci sono rigurgiti fascisti o atti violenti si va in piazza tutti, come abbiamo sempre fatto. E si aggiustano le leggi. È mai possibile che gente che grida Sieg heil a braccio levato partecipi alle elezioni? Terzo, chiediamoci dove prendono i voti Forza Nuova e Casa Pound. Nella rabbia, nelle periferie, in fondo alla gerarchia del lavoro. Se non ci va la sinistra, prima o poi ci va la destra. È pura illusione pensare di difendere il sistema democratico continuando a dire che i cieli sono azzurri, invece di mettere mano alla questione sociale».

E lei, pensa di fermare la destra rifiutando ogni accordo di governo col Pd?

«Il tema è più profondo. Noi adesso dobbiamo rappresentare, poi il parlamento aggiusterà. Vogliamo costruire una grande area progressista, che si basi su una sinistra sociale di governo. Discuteremo con tutti quelli che sono disposti a parlare di lavoro vero e buono, fisco progressivo, sanità e scuola. E non andremo con la destra, punto».

A destra si dice che Prodi lavori a larghe intese tra Pd, M5S e Leu. È così?

«Siamo alla fantapolitica».

Sosterrebbe i Cinquestelle al governo, o no?

«La gente da loro non si aspetta buon governo, spera che scoppi un reset. Ma stanno chiudendosi in una monade, con le loro regole e le loro guardie e ladri. L’elettore pensa di accendere una miccia, invece mette il voto in frigo».

Ha cambiato idea?

«Parleremo anche con loro, hai visto mai che questo solipsismo cambi. Adesso non ne vedo le condizioni, ma dirò loro che si può essere per bene anche nel mondo di tutti, senza mettersi in un sopramondo come un arcangelo che sguaina la spada».

Mai al governo col Pd?

«Vedremo. Ci vorrebbe una svolta di cui adesso non si vede traccia. Siamo oltre il problema della governabilità tecnica, altri paesi hanno avuto problemi ad allestire il governo e hanno trovato il modo. Il problema più profondo è che un pezzo di paese non ne vuole sapere e vorrà segnalare il distacco. L’urgenza principale è rappresentare, poi ragioneremo, ma solo con quelli che condividono la necessità di ridurre la disuguaglianza».

Fa bene Gentiloni a togliere il canone Rai agli over 75?

«I soliti bonus. Sarebbe meglio pensare alla non autosufficienza».

Appoggiate Zingaretti sperando che diventi il segretario del dopo Renzi?

«Non è che noi li consideriamo tutti quanti allo stesso modo. Nelle liste di Renzi si è vista la volontà di spianare tutto quello che guarda a sinistra, mettendo dentro forze che siano poi disponibili ad altri orizzonti. Zingaretti ha una diversa disponibilità a discutere, siamo aperti e vogliamo rendere più larga una sinistra di governo».

Grasso vi ha delusi?

«Il problema non esiste. È l’idea vivente di un concetto di legalità, pulizia, serietà al governo e senso dello Stato. L’incontro con Corbyn non è una cosa estemporanea, ma la linea di una sinistra che parte dal grande tema sociale».

Molti pensano che fosse meglio Bersani. Rimpianti?

«Non esiste, Bersani fa la sua parte e basta».