Perché uniti con il Pd non vinceremmo ma anzi umilieremmo i nostri elettori

Politica e Primo piano

da Huffingtonpost.it

di Eleonora Cimbro

Perché non entrare in coalizione con il Pd? Mi risulta difficile credere che davvero gli esponenti del Partito democratico che in questi giorni hanno fatto appelli all’unità non comprendano che è del tutto inutile, ai fini del risultato elettorale, avere in coalizione il soggetto politico che nascerà ufficialmente il 3 dicembre.

Uniti, in questo caso, non solo non si vince ma, anzi, si rischia davvero di umiliare un potenziale elettorato che si sentirebbe tradito, per l’ennesima volta. È evidente, infatti, che non ci siano le condizioni per far valere reali elementi di discontinuità, nel metodo e nel merito, in grado di giustificare una scelta di questa natura. Di fatto, il segretario del principale partito della costituenda coalizione, Renzi, ha dichiarato che non intende mettere in discussione le politiche attuate in questi anni di Governo, a partire da quelle sul lavoro. Il problema non è di una classe dirigente che deve mettersi d’accordo per avere qualche deputato in più in Parlamento, per fare non si sa bene che cosa. Il problema sono i milioni di elettori che non votano più il centrosinistra a interpretazione renziana, perché questa interpretazione ha devastato i mondi che il rappresentava, operai, insegnanti, pensionati, giovani e più in generale chi fatica a vivere in modo dignitoso.

È in questo contesto che costituisce, invece, un valore aggiunto avere un soggetto politico di sinistra capace, senza mediazioni, di intercettare bisogni e istanze di questi elettori. Il vero voto utile sarà quello dato per riequilibrare a sinistra le forze presenti in Parlamento e dare rappresentanza a un popolo che non vota più o vota altrove. Se, come pare, questa legge elettorale non potrà garantire alle coalizioni o ai singoli partiti di avere i numeri per poter governare in autonomia, è ancor più importante poter decidere dopo il voto come e se sostenere questo o quel governo. Se, infatti, Renzi decidesse di coalizzarsi con Berlusconi per far partire un governo di “moderati”, come potrebbe il nascente partito di sinistra giustificare la scelta di aver dato fiducia a un Pd “inciucione”? Sarebbe un errore imperdonabile! E dunque il Pd, anziché scagliarsi contro chi sta tentando di rappresentare quel popolo che è andato “nel bosco”, per dirla in “bersanese”, dovrebbe comprendere che questa opzione sarà, al contrario, determinante per la ricostruzione di un ampio, plurale centrosinistra riequilibrato a sinistra.