D’Attorre: Pisapia starà con noi, il nostro progetto può arrivare a una percentuale a due cifre

Politica e Primo piano
Intervista al Fatto quotidiano
di Wanda Marra
Onorevole D’Attorre, ma che è successo? Giuliano Pisapia ha abbracciato Maria Elena Boschi e il grande progetto di un’alleanza a sinistra del Pd è fallito?
Ma quale abbraccio? Ma no, non è quello il punto! Anzi, le dirò: ha fatto bene a essere gentile, ad abbracciarla. Io con lei ho avuto scontri molto duri sull’Italicum e la riforma costituzionale, ma questo non ha mai messo in discussione la cordialità personale.
Eppure sono giorni che non si parla d’altro, con tanto di critiche allo stesso Pisapia per questo comportamento “sconveniente”.
Sono stati più che altro i social e i mezzi di comunicazione, per dare l’idea che ci fosse un nucleo di comunisti trinariciuti.
Cioè voi?
Basta leggere Sallusti. Ma si tratta di un cumulo di sciocchezze.
Però Pisapia ieri ha cancellato l’incontro con Speranza. Ha ceduto alle lusinghe della Boschi (e di Renzi)?
Io non credo proprio che alla fine si candiderà col Pd e farà da stampella.
Oggi i renziani sono pieni di giubilo, però.
I renziani sono in uno stato abbastanza disperato, si appigliano a tutto. Fossi in loro mi preoccuperei di quello che succede nel Pd.
E che succede?
Ce n’è una al giorno. Basta pensare alla dichiarazione della neo responsabile del dipartimento degli animali, Patrizia Prestipino, sul rapporto tra mamme e razze.
Non si parla d’altro che di mamme, di razze, di abbracci, di foto. Me lo dica lei perché Pisapia ha rinviato l’incontro, allora.
Si è preso un momento di riflessione. E noi abbiamo posto due questioni: scrivere un manifesto politico-programmatico molto chiaro e netto su cambiamento e discontinuità. E eleggere dal basso l’assemblea costituente della nuova formazione. Secondo due parole chiave: democrazia e partecipazione. Non vogliamo rifare l’Arcobaleno, mettere insieme un accrocco di partitini.
Manifesto politico programmatico: non le sembra di parlare da trinariciuto?
Un manifesto così è uno sguardo sul futuro.
Non è proprio una grande storia d’amore quella che inizia: Pisapia un giorno dice sì, uno dice no, un altro dice non lo so. Un po’ si avvicina e un po’ si ritrae.
Questa interpretazione della politica la lascerei alla psicanalisi di regime alla Recalcati.
Quanto aspetterete che Pisapia sciolga la riserva?
Non ci sono ultimatum. L’obiettivo in autunno è eleggere dal basso la costituente del nuovo progetto politico. Confido che riusciremo a farlo sia con Pisapia, sia con Sinistra italiana, Possibile e civismo del No.
La tenda di Prodi dov’è? Nel Pd o dalle vostre parti?
Mi pare l’abbia arrotolata nel suo zaino. Ma bisogna chiedere a lui.
E se Pisapia non sta con voi, che fate? Una formazione con D’Alema e il civismo del No?
Io penso che Pisapia starà in questo campo e che questo progetto abbia una potenzialità a due cifre. Ci vogliono tutte le energie che chiedono il cambiamento, non certo un’alleanza subalterna al renzismo declinante.