D’Alema: la Germania è un muro di gomma, ma senza Ue siamo finiti

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Stefano Cappellini, la Repubblica

C’è un problema nel modo in cui la Germania esercita la sua leadership, che non è all’altezza delle responsabilità di questo grande Paese. Un intellettuale prestigioso come Ulrich Beck ha coniato qualche anno fa il termine merchiavellismo, cioè la crasi di Merkel e machiavellismo, spiegando che la cancelliera ha l’abitudine di utilizzare la tattica dell’esitazione come strumento per domare le controversie. Condivido il giudizio. C’è un muro di gomma tedesco ed è stato evidente nella condotta di Merkel all’ultimo Consiglio europeo. Una riforma del capitalismo è inevitabile perché è già cambiata ovunque la costituzione materiale dei rapporti tra Stato e mercato. Le responsabilità pubbliche diventano preminenti e non possono limitarsi all’erogazione di denaro. Da titolare dell’ultimo governo che, con la riforma Bindi, è intervenuto a sostegno della sanità pubblica e sostenitore di un ministro, Roberto Speranza, che dopo venti anni di tagli ha ottenuto una inversione di tendenza, spero ci si renda conto che tante campagne che hanno presentato il sistema sanitario come fonte di sprechi e disservizi erano sbagliate. Draghi? Non gli rende onore chi lo associa a operazioni di basso profilo.

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Fornaro: il Coronavirus ha cambiato il mondo, non sarà più lo stesso

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Luca Cavallero, Politicanews.it

Il governo si è trovato ad affrontare un’emergenza straordinaria e mai vissuta e si è mosso correttamente – come dichiarato dalla stessa OMS – sulla linea di contenimento e mitigazione del contagio del Covid 19. Per quanto riguarda le ricadute economiche della emergenza sanitaria, il primo decreto di marzo ha dato una serie importanti di risposte per lavoratori e imprese, a cui seguirà un secondo decreto ad aprile per completare un’azione difficile e complessa nel tentativo – da noi fortemente condiviso – di “non lasciare indietro nessuno” in questa crisi. In queste settimane così difficili è difficile se non impossibile fare previsioni, anche perché il mondo non sarà più lo stesso perché molti nodi economici, sociali e ambientali sono stati portati in superficie dal coronavirus e nessuno può pensare di riprendere come se niente fosse successo. L’Europa è a un bivio storico: bisogna cambiare passo.

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Bernabucci: perché dico che Giuseppe Conte è un leader di valore

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Claudio Bernabucci, l’Huffington Post

Il nostro presidente del Consiglio sta dimostrando di possedere doti umane e politiche – proprio nel momento più difficile della nostra vita nazionale – che sorprendono positivamente e rappresentano un elemento di fiducia per tutta la popolazione, che infatti lo ripaga con un consenso altissimo. Massacrato da molti media per la “colpa” di non aver avuto esperienza politica prima della nomina a capo del governo, dopo anni in cui gli stessi media, però, avevano massacrato la “casta” per esaltare le virtù della società civile, Conte ha ben presto dimostrato un’ottima capacità di evolvere dalla sua dimensione professionale a quella politico-istituzionale, per diventare un uomo politico ben più capace, abile e professionale di tanti “professionisti” di lungo corso. La sua fermezza verso gli egoismi e nazionalismi dei paesi nordici non ha mai sconfinato nel pericolo della aggressività o della minaccia di sbattere la porta, come pure l’Italia – autolesionisticamente – potrebbe essere tentata di fare. Al contrario, mantenendo un forte ancoraggio allo spirito comunitario dei padri fondatori, ha voluto far leva sui valori della solidarietà e visione virtuosa del futuro comune al fine di ottenere l’auspicato salto di qualità nella vita politica della modesta Europa degli ultimi anni.

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Guerra: nessuno deve restare indietro, intervento di emergenza per tutti

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Marco Iasevoli, Avvenire

La povertà non è una colpa. Meno che mai lo è per tanti cittadini e famiglie che vi stanno precipitando per uno choc non preventivabile. Se vogliamo dare concretezza al proposito “nessuno deve restare indietro”, servono strumenti per raggiungere davvero tutti. E probabilmente dovranno essere strumenti differenziati. Il virus ha mostrato la pericolosità sociale di situazioni che si sono incancrenite nel tempo e che, dobbiamo dirlo, sono state “tollerate”. Emerge la criticità di un mercato del lavoro frammentato, con alcune tipologie contrattuali che nei fatti non prevedono tutele o le prevedono in modo non sufficiente. Il sistema delle tutele, della protezione, deve diventare universale. Allo stesso tempo, lo strumento che interviene nella fragilità più radicale, il Reddito di cittadinanza, va perfezionato. Sinora abbiamo agito in modo inedito e deciso ampliando gli ammortizzatori sociali e con la novità dell’intervento per gli autonomi e per altre figure come gli stagionali del turismo o i lavoratori dello spettacolo. È il protrarsi di questa situazione che ci spinge ad andare oltre e fino in fondo nella tutela di ogni singolo cittadino.

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Bersani: questa angoscia sia di lezione. Ora aiuti veri ai nostri sanitari

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Marcello Pollastri, Libertà di Piacenza

Tutto il mondo ci sta copiando, poi è vero ci saranno anche stati errori, ma come avviene davanti alle cose sconosciute siamo andati per aggiustamenti successivi e abbiamo fatto bene. È la sanità di territorio la vera arma contro il coronavirus. È evidente che in dieci anni c’è stata una riduzione sul Pil nella sanità delle regioni, oltre alla storia dei numeri chiusi per i medici. È evidente che si paga qualcosa dei dieci anni pregressi, ma c’è stato un andamento anche per approssimazione che ci ha permesso di restare in piedi nonostante tutto. Il sistema ha i nervi a fior di pelle e nei prossimi giorni abbiamo un problema che si chiama tenuta. Per affrontare la situazione dobbiamo occuparci di tre questioni e la prima riguarda gli operatori sanitari, medici e infermieri. Certo che sono eroi, ma servono loro gli strumenti. Se teniamo ferma la linea – operatori, famiglie, imprese, credito – noi possiamo affrontare questa emergenza non dico con tranquillità ma senza nervosismi eccessivi. E questo significa mettere in quarantena la politica. Ci manca solo che qualcuno pensi che sia l’occasione per destabilizzare il governo…

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Guerra: l’Europa risponda con strumenti inediti a una crisi inedita

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Maria Cecilia Guerra, Huffington Post

La crisi economica e sociale che accompagna e seguirà, per un periodo la cui durata è ancora difficile da definire, la tragedia del Coronavirus è assolutamente inedita per le sue caratteristiche e per le sue proporzioni. Né a livello nazionale, né a livello europeo (e neppure a livello mondiale) si può pensare di rispondere coi soli strumenti tradizionali, pur fondamentali, come sono gli ammortizzatori sociali, e tanto meno con il mero riconoscimento di spazi di flessibilità, e deroghe temporanee al Patto di stabilità. L’impegno per l’Italia, così come per ogni stato colpito dal Coronavirus, è attrezzarsi perché dopo che la tempesta sarà passata si possa ripartire, senza perdere posti di lavoro per la riduzione della base produttiva. È giusto guardare con soddisfazione al mutato atteggiamento della Bce, che ha messo in campo un’importante potenza di fuoco, che deve essere ulteriormente espandibile in caso di necessità, come oggi ricorda anche il governatore Visco. È giusta la sospensione del Patto di stabilità e di altre regole, ad esempio sugli aiuti di stato o sulla destinazione dei fondi europei, che limitano inutilmente l’azione del governo. Ma è necessario continuare a battersi, come il nostro governo sta facendo. Non è una questione da cui dipenda la sola sopravvivenza del nostro paese, ma la sopravvivenza stessa dell’Europa, come la vogliamo.

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DiGiTALiA. Manifesto per l’Innovazione dell’Italia 2020

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Condividiamo qui il frutto di un lavoro che per mesi ha visto impegnato il nostro dipartimento nazionale Innovazione, democrazia digitale e nuove tecnologie

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Coronavirus: le proposte di Articolo Uno per sostenere l’economia

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Per affrontare il Coronavirus risollevare le Regioni e le aree più colpite e tutto il sistema produttivo italiano. Le proposte di Articolo Uno

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D’Alema: un mondo diviso che ha bisogno di un ritorno alla sovranità

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Annalisa Chirico, Il Foglio

Il sovranismo racchiude un’istanza giusta: il ritorno alla sovranità. Una parola bellissima per chi, come me, è da sempre fautore del primato della politica. La democrazia è attraversata da un deficit di inclusione, è destrutturata, priva di. corpi intermedi, immediata e dunque fragile, incapace di produrre leadership degne di questo nome. Pensi al caso italiano: i leader, da noi, vivono soltanto cicli brevi, il che produce paralisi istituzionale e incapacità di decidere. La gestione ordinata dei flussi migratori è ostacolata dalla legge. Bossi-Fini che ha favorito l’immigrazione clandestina attraverso il proibizionismo. Non siamo invasi da nessuno, ma è evidente che l’impatto degli immigrati determina allarme per l’assenza di efficaci politiche di integrazione. Cavalcare questi allarmi per fini di propaganda politica è una forma di barbarie. Se blocchi una nave per dare l’impressione di una invasione in atto, indispettisci gli interlocutori europei con i quali dovresti invece condividere l’onere dell’accoglienza. Non si fa propaganda sulla pelle delle persone.

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