D’Attorre: la sinistra e Draghi. Le opportunità di una fase nuova

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Alfredo D’Attorre, Huffington Post

Il valore aggiunto della leadership di Draghi va invece individuato nella funzione che essa può svolgere rispetto alle vere due partite decisive che attendono l’Italia: la ridiscussione delle regole economiche dell’eurozona dopo le elezioni tedesche e la ridefinizione del nostro interesse nazionale nel rinnovato campo euro-atlantico che l’amministrazione Biden sta provando a ricostruire. Se vogliamo evitare di consegnare nel giro di qualche mese l’Italia a una destra palesemente inadeguata all’altezza delle sfide europee e internazionali che il Paese dovrà affrontare nei prossimi anni, è il tempo di scelte politiche creative e coraggiose, in grado di interpretare i tempi radicalmente nuovi che stiamo vivendo.

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Bersani: se i liberali di Draghi sono tali, ecco le mie proposte

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Valerio Valentini, Il Foglio

Ho l’impressione che tanti dei sedicenti liberali di oggi scambino le liberalizzazioni con le deregolamentazioni. Se i consiglieri di Draghi sono di sinistra, facciamo una bella legge sulla rappresentanza sindacale? Anche quella, in fondo, è concorrenza: i sindacati più bravi hanno la meglio nel definire i contratti di lavoro che valgono per tutti. Che sulle nomine rifiutino di usare il Cencelli, mi fa solo piacere. Ma per la miseria: a ridosso dei cambi dei vertici delle grandi partecipate, è lecito avere un minimo di discussione in Parlamento per comprendere in che direzione vogliamo far muovere quelle aziende?

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Speranza: a fine luglio Italia fuori dallo stato d’emergenza

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Niccolò Carratelli, La Stampa

Con i dati che arriveranno venerdì, il 99% degli italiani sarà in zona bianca. I vaccini sono la chiave per aprire una fase nuova. Cambiare farmaco per il richiamo? In Germania e Francia si fa da mesi. Le Regioni devono adeguarsi alle nuove disposizioni, le regole valgono a livello nazionale. Con Draghi c’è totale sintonia ma anche nel governo c’è condivisione, solo su un decreto la Lega ha deciso di non votare. L’ho detto a Salvini, la prima regola per me è non fare politica sulla pandemia in cerca di consenso. Facciamoci guidare dalla scienza.

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Guerra: blocco dei licenziamenti fino a ottobre, quello selettivo discrimina

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Roberto Ciccarelli, Il manifesto

Il blocco selettivo rischia di essere molto ingiusto. Quando si prende un settore colpito si rischia di non cogliere i problemi della filiera. Ragioniamo semmai sul criterio trasversale della perdita di fatturato e non per settori. Sono assolutamente contraria all’idea che si possa uscire dalla crisi aumentando i contratti precari o reintroducendo i voucher, è proprio sbagliato dal punto di vista economico.

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Visco: sinistra succube degli antitasse, vuole dire addio allo stato sociale?

| Politica e Primo piano
Umberto De Giovannangeli, Il Riformista

In materia di fisco troppo imbarazzo e coda di paglia. Ma come si fa a finanziare sanità, previdenza, istruzione? Torniamo allo Stato minimo? La sinistra, almeno in Italia, ma come si è visto nelle ultime settimane molto meno in America, è vittima e subalterna ad una cultura antitasse che ha prevalso in occidente negli ultimi decenni. Se la sinistra non è in grado di porre la questione, e il dibattito relativo, in questi termini, non solo non può più definirsi sinistra, ma è destinata meritatamente alla sconfitta: lo stato sociale, infatti, non è altro che il welfare anche per i poveri finanziato con le tasse di tutti, ricchi compresi.

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Quello che ci unisce: la nostra campagna di giugno in piazza

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Articolo Uno nel mese di giugno sarà, con gazebo e banchetti, in tutte le piazze d’Italia per ascoltare le persone su “Quello che ci unisce”.

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Guerra: parità di genere, una rivoluzione delle coscienze

| Politica e Primo piano
Morena Pivetti, Fortune Italia

Siamo a un bivio: o si va avanti verso il futuro, o sprofonderemo in un conflitto vita-lavoro ancora più aspro che nel passato. L’aiuto monetario, i voucher, i bonus, gli sgravi contributivi e gli investimenti in infrastrutture sociali, che pure non saranno pochi, non bastano. Occorre aggredire l’organizzazione della società, cambiare nel profondo la cultura del Paese. Dobbiamo liberare il tempo delle donne, ma anche il potere delle donne: solo una partecipazione attiva alla vita pubblica, ai centri dove si decide può far germogliare politiche per la perequazione di genere.

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Guerra: fare o non fare figli, idee perché sia davvero una scelta

| Politica e Primo piano
Maria Cecilia Guerra, Il Foglio

Che nella maggior parte dei casi non si tratti di vera scelta ce lo dicono un mare di sconfortanti dati statistici che spietatamente sottolineano come, nel nostro paese, per la donna che lavora la maternità sia quasi sempre una condanna. Non dobbiamo inventarci bonus o altri incentivi ma preoccuparci, investendo sui servizi di cura e combattendo la precarietà, di rendere possibile una scelta alle tante donne che vorrebbero avere figli ma non possono farne, e non spingere a farne le donne che non li desiderano.

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D’Alema: io, l’antipatico d’Italia. Forse è stata colpa mia

| Politica e Primo piano
Tommaso Labate, Sette

Non mi sono mai preoccupato troppo della mia popolarità e in questo ho sbagliato. L’aver lasciato che venisse veicolata un’immagine così sbagliata della mia persona, arricchita spesso da menzogne, è stata una colpa. Snobismo, noncuranza, in certi casi sottovalutazione. Sono colpe. Va anche precisato che tanti di quelli che pensavano fossi antipatico, conoscendomi personalmente, hanno poi cambiato idea. Non tutti. Ma tanti.

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