Vozza: De Luca, niente carrozzoni e un percorso politico chiaro

Politica e Primo piano

Pubblicato su Repubblica Napoli

di Salvatore Vozza

La riunione del 3 giugno ha messo un punto fermo sulla candidatura di De Luca ma ha anche aperto discussioni sul rischio di una incontrollata proliferazione delle liste, fenomeno che mal si concilia con l’auspicio di una svolta e la messa in campo di un programma che contenga misure in grado di fronteggiare le crescenti diseguaglianze e i rischi di forti tensioni sociali che il dopo Covid consegna al mondo intero e al nostro Mezzogiorno.

Cinque anni fa, per motivi complicati  da spiegare, mi fu chiesto di candidarmi a Presidente della Regione sostenuto dalla lista Sinistra al lavoro. Fu una scelta difficile, ma non testimoniammo solo un dissenso rispetto al modo in cui il Pd, in pieno renzismo, e De Luca costruirono quel passaggio politico, svolgemmo anche una giusta battaglia politica su temi e problemi che sono ancora di attualità e restano irrisolti. Oggi se la crisi, le sfide da affrontare interrogano le tante sensibilità progressiste, di sinistra, ambientaliste, cattoliche, sulla necessità di accantonare giudizi e divisioni legittime per mettersi in gioco e  poter incidere sulle scelte da compiere per il bene della nostra Regione, liquidare con sufficienza le critiche non sarebbe però corretto.

In vista della normale scadenza elettorale di giugno, al fine di porre al centro del confronto le rilevanti questioni del lavoro, delle crisi industriali, dell’ambiente, della sanità, dell’acqua pubblica, dei trasporti, di un nuovo rapporto con i territori e ancora altro, ben prima dell’ultimo incontro del 5 Marzo e del divieto di uscire, insieme con altre forze provammo a costruire un primo schema di coalizione aperta e senza pregiudiziali. Invitammo il Pd a convocare un incontro coinvolgendo in primo luogo le forze che governano insieme il Paese, a riaprire un dialogo con Napoli, ad avviare, in definitiva, un percorso che prevedesse anche una valutazione sul lavoro svolto nei cinque anni di governo cogliendone pregi e limiti.

Le motivazioni che già a gennaio ci spinsero a tentare la strada della collaborazione erano diverse e strettamente legate a quella fase politica che, ricordiamocelo, per contrastare la deriva sovranista aveva fatto nascere il governo Conte e partivano dalla convinzione che Salvini e il centrodestra – lo dicevano i sondaggi e l’abbandono della nave di alcuni – avrebbero potuto riconquistare una delle regioni più importanti del Mezzogiorno e del Paese. Quella discussione appare – per certi aspetti – sorpassata: De Luca, in una situazione difficile, è riuscito a reggere l’emergenza, a parlare alle paure, a mettere in campo un piano straordinario al fine di rispondere alle esigenze sociali e produttive e, mutato il vento, in tanti oggi si apprestano a salire sul carro.

Noi e le altre forze non siamo tra questi. Pensiamo che ci siano ancora seri aspetti da approfondire e tali da connotare l’apertura di un nuovo processo politico. Nell’incontro del 3 giugno abbiamo affermato con chiarezza che, condivisa la ricandidatura del Presidente uscente, rimane un lavoro da fare sul programma, sul carattere della coalizione che non può trasformarsi da alleanza politica in un carrozzone che raccoglie chiunque sia portatore di pacchetti di voti. Dobbiamo provare, invece, a fare “un lavoro nuovo per la Campania” nella piena consapevolezza della fase.

Serve – per dirla con De Luca –  il lanciafiamme: per cambiare la Sanità, cacciando chi produce sprechi e ruberie, per i trasporti, l’ambiente, la scuola. Serve a preparare un piano che sia in grado di dialogare con le misure che l’Europa sta mettendo in atto, con il piano che sta predisponendo il Governo, per chiedere il pieno rispetto delle risorse che spettano al Mezzogiorno, rilanciare il turismo, rimettere al centro i territori e i Comuni, per porre al centro la scommessa del digitale e la ricerca avendo come obiettivo un sistema industriale  moderno, una scuola efficiente, un apparato amministrativo all’altezza delle sfide che ci si porranno. Solo così parleremo davvero di lavoro, di e con i giovani e di futuro.

Definire al più presto dove e come si continua il lavoro iniziato il 3 giugno, quante sono le liste e di chi sono quelli che le comporranno diventa quindi per noi essenziale. Vogliamo costruire una lista aperta, insieme con le forze che hanno condiviso il percorso e presentato il 1 Maggio un documento politico e programmatico impegnativo, che si ponga l’obiettivo di diventare uno dei pilastri della fase nuova che auspichiamo per la Campania.

Abbiamo lavorato per unire non solo le forze che governano insieme il Paese e pensiamo che se la decisione dei M5S di presentare un lista e un proprio candidato a Presidente evidenzia una difficoltà nei rapporti politici che non dobbiamo sottacere, abbiamo però ancora tempo e spazio per insistere.

Penso che Articolo Uno debba impegnarsi costruire una iniziativa nazionale, da promuovere nel più breve tempo possibile, che aiuti la Campania a recuperare pienamente un rapporto con loro, con Sinistra Italiana e con le forze civiche che hanno sostenuto la candidatura al Senato di Sandro Ruotolo.

Lavoriamo insieme con chiarezza e disponibilità, ma pronti a trarne le conseguenze se non si dovessero verificare le condizioni.